20 Giugno 2015
09:18
Arrestato marito violento: la figlia di 8 anni chiama il 113 e salva mamma e nonna
ALESSANDRIA – È stata la figlia di 8 anni a chiamare la Polizia e ad aprire il cancello di casa, permettendo di arrestare un cittadino marocchino di 38 anni. (A.L.) L’uomo era stato protagonista di una violenta lite in famiglia, l’ultima dopo quelle reiterate nel tempo ma mai denunciate dalla moglie per paura. I poliziotti sono intervenuti venerdì sera a Cascinagrossa ed, entrati all’interno dell’abitazione, una volta raggiunta la cucina, hanno subito visto, vicino al tavolo, un uomo apparentemente tranquillo, che però, alla vista delle divise, ha iniziato a pronunciare minacce di morte nei confronti della moglie. Il tutto mentre stava preparando lo zaino per recarsi al lavoro.
All’interno dell’abitazione erano presenti anche la moglie con l’altro bambino di un anno e la suocera, quest’ultima accusata dall’uomo di essere troppo rumorosa nello svolgimento delle faccende domestiche, disturbando il suo riposo. In ogni stanza la Polizia ha rinvenuto oggetti, vetri rotti e indumenti sul pavimento, gettati via da contenitori e armadi. La suocera, la cui presenza in casa non era gradita all’uomo, invece è apparsa dolorante, vittima di spintoni e pugni da parte del 38enne. Il tutto avvenuto in presenza di due bambini.
Dalla successiva ricostruzione della Polizia è emerso che il cittadino marocchino era già stato denunciato dalla moglie un anno prima, dopo l’ennesimo episodio di violenza e, in altre cinque occasioni, erano già intervenute le Forze dell’Ordine, ma senza la successiva denuncia da parte della donna, spaventata dalle minacce del marito.
Venerdì sera l’uomo, in presenza degli agenti della Polizia di Stato, ha usato frasi minacciose, in arabo, nei confronti della moglie, avvertendola chiaramente che se avesse sporto denuncia, l’avrebbe ammazzata. Viste le reiterate violenze nel tempo, sebbene non denunciate, e a seguito di questo ultimo episodio, l’uomo è stato tratto in arresto in quanto responsabile dei reati di maltrattamento e lesioni personali e tradotto in carcere, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.