1 Luglio 2015
22:00
Ad Alessandria questione migranti sotto controllo e nessuna intenzione di utilizzare la Valfrè
ALESSANDRIA – La conoscenza spesso permette di spazzare via informazioni distorte e di dare risposte puntuali in grado di fugare dubbi pericolosi. Le commissioni congiunte di ieri, Politiche Sociali e Sanitarie e Sicurezza e Ambiente, hanno messo insieme le istituzioni e le realtà che si occupano dei migranti ad Alessandria e in provincia. “Un buon confronto – ha spiegato Marco Bologna, presidente provinciale della Croce Rossa – che ha sottolineato gli atteggiamenti pacati di tutte le forze politiche, tesi a capire senza strumentalizzazioni”. Un’occasione che ha permesso di fugare le voi circolate in città negli ultimi giorni a cominciare, per esempio, dall’infondata notizia di usare grandi strutture cittadine: “non c’è minimamente l’intenzione di utlizzare la Valfré o altre cose. Si parla di un appalto a luglio, come da regola, per trovare eventuali altri 150 posti in tutta la provincia e vedere cosa è possibile fare. Intere zone della provincia infatti non ospitano alcun migrante”.
Secondo l’ultimo dato aggiornato i migranti presenti sul territorio sono 474 in tutta la provincia. Di questi 210 sono ad Alessandria (accolti secondo questa ripartizione: 32 al Serenity 2000, 32 all’associazione Cambalache, 113 al soggiorno Borsalino, 6 a Social Domus e 27 a European Research). Per Alessandria però i margini di accoglienza sembrerebbero esauriti: “credo che Alessandria abbia dato – ha infatti spiegato Marco Bologna – e certamente la Prefettura farà il possibile per non aumentare il numero dei migranti ad Alessandria. Il discorso è diverso per altre zone, al momento non toccate dalla questione. Certamente gli spazi ci sono ma è un problema di volontà politica. Se ciascuno fa la propria parte risolveremo la situazione contingente. Ma poi sottolineo anche come la presenza di 400 migranti in una provincia di 400 mila abitanti non può certamente rappresentare un’invasione“.
“I numeri sono cresciuti – ha spiegato il consigliere comunale di opposizione, Emanuele Locci – e sono previsti altri arrivi in queste ore. Non credo che potremo sopportare un ulteriore peso. Io credo che un sindaco possa intervenire in situazioni come queste perché oltre un certo numero si fa fatica a garantire sicurezza e salute, tenendo conto che in questi arrivi sulle coste italiane sono segnalati possibili infiltrazioni legate al terrorismo. Purtroppo l’Italia, da parte sua, preferisce speculare sulla pelle dei poveracci delle persone che arrivano qui, alimentando un business. L’ipocrisia dell’accoglienza sta in piedi perché troppe persone, la politica e alcune parti deviate del terzo settore, sfruttano questa emergenza. A farne le spese sono sempre i cittadini perché i disperati giunti in Italia i problemi li vanno a creare ai più deboli. I più ricchi di straniero conoscono solo il giardiniere o la colf”.
Sulla questione sicurezza in provincia è stato però illustrato come la situazione sia assolutamente sotto controllo, da tutti i punti di vista. Marco Bologna ad esempio ha sottolineato l’accuratezza con cui viene effettuato “lo screening delle persone in arrivo. Il paradosso è che attualmente è difficile che siano i migranti a portare malattie. Facciamo visite molto severe e molto corrette. Oltre al controllo della scabbia, per esempio, facciamo anche una visita schermografica per capire se possano esserci problemi legati alla tbc“.
Rispetto alla gestione dei migranti e al risvolto economico molti consiglieri hanno sottolineato la piena fiducia, per la correttezza dimostrata nel tempo, di coloro che gestiscono le persone che arrivano sul territorio. Anche in questo caso i numeri hanno spiegato la reale ripartizione dei famosi 35 euro circa al giorno per ciascun cittadino straniero accolto, denaro quasi completamente utilizzato per la gestione quotidiana. Di quella cifra iniziale solo 2,50 euro al giorno vanno al singolo migrante. Tuttavia Roberto Sarti, della Lega Nord, ha sottolineato come i grandi numeri producano anche “grandi cifre. Se io moltiplico 35 euro per i 210 migranti ad Alessandria ottengo oltre 7 mila euro al giorno di spesa. Se poi moltiplico quel numero per i giorni di permanenza le cifre cominciano a essere pericolosamente interessanti con i rischi connessi come emerso dai casi di cronaca recenti a livello nazionale. Poi – ha aggiunto Sarti – qui si rischia di confondere l’accoglienza con persone che cercano di arrivare qui per vari motivi. Solo la minima parte è rappresentata da profughi“. Tutti particolari che dovrebbero essere condivisi con la città “magari in un consiglio comunale aperto. È chiaro che il problema è alla fonte, e che i migranti vanno bloccati nel loro paese”.
Per Daniele Coloris (PD), però, “al di là di una certa retorica, che spesso viene utilizzata politicamente a proprio favore, la situazione è sotto controllo e non ci sono problemi di ordine pubblico con i migranti. Anzi, possiamo dire tranquillamente che si guardano bene dal fare la minima cosa, anche per quanto hanno vissuto nel paese di origine“.
Il Movimento 5 stelle “ha rimarcato la necessità di maggiore trasparenza rispetto a presenze e progetti per sfatare i luoghi comuni. Volevamo conoscere la situazione per dare rassicurazioni ai cittadini. La conoscenza dei problemi permette di affrontarli al meglio. Come è accaduto in sede di commissione“.