7 Luglio 2015
13:11
Il dentista costa caro: al Nord la crisi riduce le visite
ITALIA – La crisi si misura anche da quante volte si entra e soprattutto non si entra in uno studio dentistico. La quota di popolazione che in Italia, durante l’anno, si è rivolta al dentista o all’ortodontista è pari al 37,9% nel 2013, dal 39,3% del 2005. Lo rileva il rapporto ‘Il ricorso alle cure odontoiatriche e la salute dei denti in Italia 2013’ dell’Istat. Risulta invece in aumento, dal 24,0% al 29,2%, la percentuale di persone che hanno dilazionato le visite in un arco temporale più lungo, da 1 a 3 anni. Nel 2013, il 12% degli italiani dai 14 anni in su ha rinunciato, nei 12 mesi precedenti, a una visita per motivi economici anche se al Nord la percentuale è più bassa, pari al 10,6%. Sul totale di chi rinuncia alle visite, i motivi economici incidono per l’85,2%.
La riduzione, rispetto al 2005, dei livelli di accesso alle cure odontoiatriche nel privato è più forte al Nord dove si è passati dal 41,5% del 2005 al 38,6% del 2013. L’accesso all’odontoiatria pubblica o convenzionata è invece in aumento, sempre al Nord, con una percentuale che dal 5,3 è passata al 6,4%. Inoltre i piemontesi sono al quarto posto nella classifica non piacevole di quanti hanno meno denti naturali, dietro a Veneto, Bolzano, Trento e Valle d’Aosta. La percentuale di quanti hanno sostituito tutti i denti con dentiere o impianti è più alta a Trento (15%) e subito dopo in Piemonte (12,2%).
Il ricorso al dentista nell’anno supera il 50% tra le persone con titolo di studio alto e scende al 27,6% tra chi ha conseguito al massimo la licenza media. Si riduce dal 39,4% del 2005 al 34% del 2013 la quota di bambini (3-14 anni) mai stati dal dentista, che tra gli stranieri raggiunge il 46,3%.