1 Novembre 2021
12:51
Profilassi in un asilo di Alessandria per un caso di scabbia. Asl: “Banale malattia parassitaria”
ALESSANDRIA – Nei giorni scorsi ad Alessandria è stata diagnosticata la scabbia a un bambino. Come avviene in questi casi, la diagnosi è stata comunicata al Sisp dell’Asl, la struttura che si occupa della profilassi delle malattie infettive, che ha quindi attivato il previsto protocollo per risalire ai contatti del piccolo.
La comunicazione dell’Asl con tutte le spiegazioni sulla malattia e le indicazioni su come procedere è stata inviata anche alla dirigente del baby parking “I Pinguini” frequentato dal bambino, e quindi inoltrata alle maestre e alle famiglie degli altri alunni che hanno subito avviato la profilassi in via precauzionale.
Il caso di scabbia ha messo in apprensione alcuni genitori ma si tratta di una “banale” malattia della cute dovuta a un acaro che si manifesta con prurito e la comparsa di lesioni da grattamento e che “si cura con una pomata”, ha spiegato a RadioGold la dottoressa Stefania Marchianò, referente del Sisp.
Anche la profilassi prevede l’utilizzo della stessa pomata a base di permetrina al 5%, che in questo caso va applicata su tutto il corpo due volte, a distanza di una settimana.
La profilassi, o la terapia qualora avessero già manifestato i sintomi, in caso di scabbia è prevista per i famigliari della persona a cui viene diagnosticata la malattia perché sono quelli che hanno contatti più stretti.
In ambito scolastico viene invece indicata “solo a scopo largamente precauzionale” per fasce d’età inferiori ai 5 anni.
L’acaro della scabbia vive infatti sulla pelle e non riesce a sopravvivere nell’ambiente più di 2 o 3 giorni. La malattia, ha aggiunto la dottoressa Marchianò, si può quindi contrarre “se c’è un forte e prolungato contatto pelle-pelle”.
In un asilo o in un nido i contatti sono “generalmente più stretti”. I bambini vengono presi in braccio, magari cambiati e tendono a stare più vicino tra loro rispetto agli studenti delle elementari, delle medie o delle superiori.
Per questo, nelle scuole frequentate dai più piccoli viene consigliato il trattamento profilattico, e indicata l’accurata pulizia dei giocattoli e il lavaggio in lavatrice con acqua calda ad almeno 60 gradi di asciugamani, lenzuola, coperte e peluche presenti nelle strutture.
Le buone regole di pulizia e ordine vanno sempre seguite ma la comparsa della scabbia “non ha nulla a che vedere con le condizioni di igiene personale”, ha aggiunto il medico dell’Asl. La malattia, inoltre, non fa distinzioni di età, sesso, paese di origine o condizione socioeconomica.
“Non c’è comunque motivo di allarme. È una malattia che, per quanto ci riguarda, non suscita alcun tipo di clamore. Dal giorno della segnalazione del caso abbiamo aperto il periodo di sorveglianza sanitaria nella scuola frequentata dal bambino che durerà per 8 settimane, che è il periodo di incubazione della malattia. È opportuno che i genitori verifichino la comparsa di eventuali sintomi e, nel caso, si rivolgano a un dermatologo”.
Nei giorni scorsi alcuni genitori hanno già contattato l’Asl per avere informazioni e i medici del Sisp restano a completa disposizione delle famiglie per ogni chiarimento. L’Azienda sanitaria è inoltre disponibile a fornire gratuitamente ai bambini la pomata per la profillassi, in caso di difficoltà delle famiglie. “Ci tengo a precisare, comunque, che chi viene definito “contatto” non ha la malattia e se fa bene la profilassi non l’avrà”.
(in copertina foto di repertorio tratta da Unsplash)