5 Novembre 2021
14:03
Profonda e lieve come l’arte la serata “YEL. In memoria e creatività”
VALENZA – In tanti hanno partecipato a “YEL. In memoria e creatività”, ieri 4 novembre al Teatro Sociale, e l’affetto che circonda Yel Bosco, dopo la sua prematura scomparsa il 17 agosto, è stato evidente, insieme al ricordo ben radicato della sua personalità artistica sempre volta alla ricerca del bello.
La serata, a cura di Angelo Giacobbe, Riccardo Massola, Roberto Tarasco, Costanza Zavanone, è stata realizzata con il sostegno e il contributo dell’Amministrazione Comunale di Valenza (rappresentata dal sindaco Maurizio Oddone e dall’assessore Alessia Zaio) e vi hanno partecipato la Famiglia Bosco, UniTre, Simona Barbero, Filomena Ciccarelli, Elisa Melega, Irene Pamparana, Antonella Ruggiero, Danilo Seregni, Loris Tarantino, Luca Zilovich con gli allievi di TeaPot, Walter Zollino.
Sono tante le vite che Yel ha vissuto, si è detto durante la serata. la sua ricerca artistica e umana si è svolta lungo il filo della letteratura, della musica, dell’insegnamento attraverso laboratori per tutte le età, da quello cinematografico per l’UniTre a quelli di scrittura creativa per le scuole elementari di Valenza. Una produzione, la sua, che spazia dai romanzi per ragazzi a racconti (quelli bellissimi della raccolta “Oroscuro”) che scavano nelle dinamiche lavorative e sociali della città dell’oro, a canzoni dai testi fortemente lirici (su tutte “L’intrusa”, cantata ieri da Irene Pamparana, e “Senza”, cantata da Antonella Ruggiero e proposta in contributo video). Tanta creatività, hanno pensato gli organizzatori, meritava non solo una testimonianza, ma, a sua volta, una creazione artistica ed è nata così “YEL. In memoria e creatività”, proprio nel Teatro Sociale, alla cui riapertura Yel aveva partecipato con il direttore artistico Roberto Tarasco, trainando la Coop. CMC .
Perciò non solo un evento commemorativo, ma un filo ideale che parte da uno spunto mitico, ovvero la nascita delle Muse, protettrici delle arti, e si svolge con letture, ricordi, canzoni, contributi video, con una coerenza registica che fa onore alla cultura e al genio di Yel Bosco. La sua scelta radicale, quando da Fabio è diventata Yel, è accennata con delicatezza, attraverso una lettera al nipote, e la profondità della sua anima, espressa in modo così lieve e semplice ad un ragazzino, lascia incantati. E poi i racconti dal suo libro “Oroscuro” (“Mani d’oro” letto dalla sua stessa voce e “Batista”, letto da Costanza Zavanone), i post sulla sua pagina FB (e c’è un alone di magia nelle letture di Simona Barbero), il suo lavoro al Teatro Sociale. E’ ancora attivo e frequentato il suo progetto di TEAtro POTenziale (TEAPOT) , nato da ‘Esci da questo corpo‘, festival del teatro fisico, da lei fortemente voluto, che ha portato a Valenza nell’estate del 2014 docenti e attori di caratura internazionale. TEAPOT, ha spiegato Luca Zilovich, che in questi anni ha portato avanti al Sociale i corsi di teatro fisico per bambini e ragazzi, “cerca di far nascere il teatro dalla gente”. Il termine, ricorda Zilovich, è nato in una conversazione con Yel ed è ispirato alla letteratura potenziale, fortemente imparentata alla Patafisica di Jarry, ovvero “la scienza delle soluzioni immaginarie”.
Sta in queste soluzioni immaginarie il valore aggiunto del teatro, della musica e delle arti, proprio quelle delle Muse che hanno accompagnato le tante sfaccettature della vita di Yel Bosco. Rimangono parole, musica e immagini. Certo, il vuoto è enorme per i tanti che hanno amato Yel, ma di certo il calore e l’amicizia che ieri hanno colmato il Teatro Sociale la fa immaginare sempre qui.