29 Novembre 2021
05:00
La Regione Piemonte “rivoluziona” la formazione professionale
PIEMONTE – La Regione Piemonte ha deciso investire 38 milioni di euro per “rivoluzionare” la formazione professionale. In Piemonte verrà infatti avviato un nuovo modello sperimentale che premierà le agenzie che raggiungeranno il maggior indice di occupati entro 12 mesi dal termine dei corsi di formazione.
“Mai come ora – ha sottolineato l’assessore al La29voro, Istruzione e Formazione Professionale del Piemonte Elena Chiorino – è indispensabile investire sulle persone, sui lavoratori soprattutto cambiando la visione della formazione continua a supporto delle imprese”.
Il nuovo sistema è orientato “al risultato” e finalizzato ad intercettare i fabbisogni formativi dei disoccupati e delle persone più fragili, per costruire percorsi strutturati a favorire l’ingresso, o il reinserimento, nel mondo del lavoro. Il dato occupazionale sarà quindi la “bussola” che permetterà alla Regione di individuare, e premiare, le agenzie che riusciranno a centrare meglio l’obiettivo.
Oggi la Regione Piemonte è pronta ad avviare le attività legate alla nuova “Direttiva Regionale Formazione per il lavoro”, vista l’approvazione delle graduatorie dei cosiddetti “Macroambiti 1 e 2”, dotandosi di un impianto fortemente rinnovato, più snello e flessibile rispetto al passato, per migliorare la qualità dei percorsi e di offrire un sistema più performante.
In Piemonte sono 97 gli operatori accreditati, di cui 17 nuovi ingressi per diverse tipologie di percorsi: saranno strutturati corsi di formazione plasmati sulle esigenze delle persone e sui reali fabbisogni delle imprese, in stretta connessione con i territori di riferimento. La nuova offerta formativa sarà disponibile in modo capillare su tutto il territorio piemontese, attraverso oltre 170 sedi in cui saranno organizzati corsi rivolti a disoccupati e 77 sedi per i corsi destinati ai soggetti più vulnerabili. Sono 5.000 i potenziali beneficiari della misura: potranno accedervi giovani maggiori di 18 anni e adulti disoccupati, attraverso percorsi di specializzazione post qualifica, post diploma e post laurea, percorsi mirati ad una qualifica, a una specializzazione, a una abilitazione o patente di mestiere, o ancora percorsi di qualifica per persone con licenza di scuola secondaria di primo grado. I corsi saranno rivolti anche ai lavoratori dipendenti di aziende posti in CIGS e a rischio di perdita del posto di lavoro per situazioni di crisi, che necessitano di azioni di rinforzo delle competenze o riqualificazione. Una misura specifica è destinata alle persone con disabilità (e ai detenuti minorile adulti) per la realizzazione di progetti di inclusione socio lavorativa.
Aspetto di “forte novità” in questa “rivoluzione” della formazione professionale è l’attenzione al risultato occupazionale in esito ai percorsi. Per la prima la Regione introduce la valutazione delle performance degli operatori, attraverso un sistema di rating sulla base dei risultati ottenuti, commisurati alle caratteristiche degli allievi, in termini di successo formativo e di inserimento al lavoro.
La capacità di individuazione dei fabbisogni determinerà anche le tempistiche di avvio dei corsi: potranno essere autorizzari con una “finestra sempre aperta” nel corso dell’anno formativo, e non più in un’unica soluzione come in passato, proprio per lasciare l’opportunità alle agenzie di avviare nuove attività nel momento in cui si manifesta un’esigenza formativa precisa.
I corsi potranno essere brevi con un minimo di 80 ore, o più strutturati fino ad un massimo di 2400 ore e faranno principalmente riferimento ai settori professionali della meccanica, ristorazione, ict, manifattura ed artigianato, edilizia, logistica, turistico alberghiero.