Autore Redazione
giovedì
23 Luglio 2015
22:00
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Cronaca - Piemonte

Eternit bis: su Schmidheiny deciderà la Consulta

Eternit bis: su Schmidheiny deciderà la Consulta

AGGIORNAMENTO ORE 13: è appena rientrato a Casale il pullman con i famigliari delle vittime dell’amianto, presenti quest’oggi a Torino. Insieme a loro anche il sindaco di Casale, Titti Palazzetti che, ai microfoni di Radio Gold News, ha commentato la decisione del GUP di interpellare la Corte Costituzionale sul possibile rinvio a giudizio di Stephan Schmidheiny per l’omicidio volontario di 258 persone.La strada è di nuovo in salita” ha detto il sindaco PalazzettiNulla ci viene regalato e dobbiamo soffrire fino in fondo. Almeno, però, con la pronuncia della Consulta il terreno sgombrato da eventuali ricorsi. Speriamo che la Corte faccia chiarezza. Il processo, però, andrà avanti su casi nuovi. Guariniello ha già pronti altri 94 casi da inserire, dei quali è già stata preparata l’istruttoria. Dovremo però attendere altri mesi. Speriamo che Schmidheiny campi a lungo per essere giudicato. Siamo delusi ma molto determinati. Anche la signora Romana è battagliera e continuiamo a sperare di avere giustizia. Questo prescinde da qualsiasi altra cosa. L’hanno ottenuta i morti della Pirelli, della Montefibre, di Monfalcone. Possibile che noi che abbiamo cominciato prima dobbiamo ancora aspettare?”

Questo il commento di CGIL-CISL e Uil e dell’associazione familiari vittime amianto, in un comunicato stampa congiunto: “Ill Giudice Federica Bompieri ha ritenuto non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale in relazione all’art 649 cpp, rinviando la decisione alla Corte Costituzionale. Secondo le difese dell’imputato la norma non sarebbe conforme al divieto di ne bis in idem invalsa nel diritto dell’Unione Europea, ovvero il divieto di processare una persona due volte per lo stesso fatto storico. Si tratta di una valutazione puramente di diritto con la quale il giudice non si è espresso sul merito del procedimento. E’ una decisione che non corrisponde alla realtà tanto storica quanto processuale della vicenda dell’Eternit: infatti il procedimento conclusosi a novembre con la sentenza di Cassazione ha visto dichiarare prescritto il reato di Disastro Ambientale (mentre sappiamo tutti che le cause e gli effetti del disastro sono ancora in corso. L’attuale procedimento riguarda come già detto la morte di centinaia di vittime della Eternit (lavoratori e cittadini). Vale la pena ricordare che la stessa Corte di Cassazione, all’indomani della sentenza aveva precisato che quel procedimento non riguardava i decessi delle persone ma appunto solo il disastro ambientale, non giungendo quindi ad un giudizio assolutorio. Pur non concordando con la decisione assunta oggi dalla Dott.ssa Bompieri, come dice il proverbio, a volte, non tutti i mali vengono per nuocere: questo periodo di sospensione del procedimento consentirà alla Procura di presentare 94 nuovi casi, prevalentemente di cittadini di Casale, purtroppo deceduti di recente. Inoltre l’accoglimento della questione di legittimità costituzionale in questa fase evita che essa sia riproposta nelle fasi successive del procedimento; in altre parole si può sperare che una volta risolta questa questione di diritto il procedimento possa proseguire spedito senza interruzioni fino alla conclusioneDa parte nostra continueremo ad avere piena fiducia nella giustizia e nella lotta fino all’affermazione della verità attraverso un giusta sentenza.” 

AGGIORNAMENTO: Finisce alla Corte Costituzionale il processo Eternit bis. Il gup, Federica Bompieri, ha sollevato una questione di costituzionalità. Il processo verrà interrotto in attesa di una pronuncia della Consulta. “Non ho mai sposato la tesi dell’omicidio con dolo” ha detto Nicola Pondrano, della CGIL “Ho sempre detto che avrei sperato in un processo per omicidio colposo, molto più realizzabile. Sono sbalordito, sono senza parole.”

“Il rinvio alla Corte Costituzionale del processo Eternit bis rappresenta nel senso comune un’ulteriore delusione della richiesta di giustizia rimasta inappagata in questi anni ed in particolare dopo la sentenza della Cassazione” ha aggiunto l’onorevole del Pd Fabio LavagnoSentenze e condanne riferite all’uso di amianto in produzioni e sui luoghi di lavoro, nelle settimane e nei giorni scorsi, hanno avuto ben altro esito. L’insoddisfazione riferita al caso Eternit è resa ancora più cocente, se si considera che la diretta responsabilità dell’imputato Stephan Schmidheiny non è mai stata messa in discussione in ogni sentenza, e settimanalmente le vittime di quel disastro ambientale aumentano con tragica evidenza.È quanto mai importante che il processo non si interrompa, così come è rilevante che nell’attesa del pronunciamento dei giudici costituzionali la Procura di Torino abbia dichiarato l’intenzione di aggiungere al procedimento altri 94 casi.”

CASALE MONFERRATO – Dopo il rinvio di 10 giorni fa, questo venerdì il Gup  Federica Bompieri dovrà decidere se rinviare a giudizio Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario della multinazionale Eternit, per “omicidio volontario”. Un’accusa, quella formulata da Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace, che per l’Afeva non può che essere accolta. “Fiduciosi” i familiari e le vittime dell’amianto questo venerdì mattina, alle 7.15, partiranno da Casale per raggiunge Torino e assistere all’ultima udienza preliminare del Processo Eternit-Bis.

Il rinvio a giudizio, aveva spiegato già dieci giorni fa Bruno Pesce del Comitato Vertenza Amianto, “è l’unica strada possibile”, soprattutto dopo il duro colpo inflitto a tutte le vittime dell’amianto nell’ultimo grado di giudizio del primo processo Eternit (clicca QUI per la notizia). Un verdetto, ha ricordato l’Afeva,  che “non ha assolto Smidheiny” ma, per quanto possa ancora essere sconcertante ricordarlo, ha dichiarato “prescritto il reato di disastro ambientale doloso”. Un disastro che, fuori dai faldoni del diritto, nelle case e nelle vite dei casalesi è tutt’altro che passato. Solo a Casale, ha ricordato l’associazione, i casi di mesotelioma ogni anno sono più di 50. L’Afeva, quindi, “non molla” e anzi, ha spiegato, è determinata a rilanciare la lotta della sua multinazionale: “quella delle vittime, per la  giustizia-bonifica-ricerca sanitaria”.

 

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