Autore Redazione
martedì
25 Gennaio 2022
17:05
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Cronaca - Alessandria

“Pfas non solo nelle acque ma anche nell’aria”: emerge un documento di Arpa

“Pfas non solo nelle acque ma anche nell’aria”: emerge un documento di Arpa

SPINETTA MARENGO – Non solo nelle falde superficiali, ma anche nell’aria di Spinetta Marengo. I Pfas, di cui a lungo si è parlato in provincia nei mesi scorsi, oltre che nel sottosuolo si troverebbero anche nell’aria della frazione di Alessandria in quantità superiori a quello per cui si sta valutando il limite di legge. La scoperta e la diffusione della notizia arriva da Claudio Lombardi, ex assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria dal 2013 al 2017. “Sino a oggi abbiamo parlato e sentito parlare degli inquinanti prodotti da Solvay nelle falde superficiali dell’area di Spinetta Marengo e che la stessa azienda deve risanare“, spiega. Attraverso l’accesso agli atti dell’affaire Solvay, Lombardi ha ‘scoperto’ una relazione di Arpa in cui si evidenzia la presenza della sostanza anche nell’aria che si respira quotidianamente.

Lombardi, in una lunga nota, ha sottolineato come la Commissione parlamentare d’inchiesta Ecoreati ed Ecomafie, attualmente si è concentrata esclusivamente agli effetti inquinanti dei Pfas nel sottosuolo. “La relazione non riferisce dell’inquinamento causato da Solvay nell’atmosfera di Spinetta Marengo o meglio del contributo che i Pfas forniscono al cocktail di sostanze tossiche e pericolose per la salute umana che gli abitanti della Fraschetta e di Spinetta in particolare si respirano 24 ore su 24 da anni“. Lombardi, attraverso la visione degli atti ha spiegato che nell’area dove sorge la fabbrica sono stati rintracciati “l’Acido Fluoridrico, l’Acido Cloridrico, l’Ammoniaca, il Cloroformio, Alcoli, Anidride fosforica (P2O5), Composti Iodurati (C4F8I2), Zn, Idrossido di potassio, NOx, SOx,Polveri“.

L’ex assessore all’Ambiente sottolinea che questi composti vengono “emessi ogni giorno a chilli“. L’Aia per tutti i composti sopraelencati prescrive concentrazioni e portate ben precise. Non però per i Pfas “che quindi vengono emessi in atmosfera senza passare attraverso sistemi di depurazione nell’assunzione che le quantità emesse siano nulle o minime. Ma non è così come lo provano le indagini condotte da Arpa nei primi mesi del 2020 (PRATICA N°G07_2020_00122)“.

L’Ente regionale ha effettuato campionamenti di acque di condensa attraverso la stazione di monitoraggio aria di Via Genova a Spinetta per un periodo che va dal 15 gennaio 2020 sino al 18 febbraio 2020. “È stata raccolta una adeguata quantità di condensa atmosferica e successivamente sono stati ricercati i Pfas. Si è evidenziato in particolare che il PFOA, la cui produzione è cessata nel 2013, è ancora presente in atmosfera in quantità non trascurabili (70 nanogrammi/litro)“. I Pfas attualmente prodotti sono due: ADV7800 e cC6O4. “Arpa ha solo ricercato il cC6O4 , quasi certamente in quanto Solvay ha negato le specifiche di ADV, ed il risultato è stato estremamente allarmante: 5060 nanogrammi/litro da confrontarsi con il limite proposto nel collegato ambientale di 500 nanogrammi/litro“.

Lombardi sostiene che “tale risultato induce a ritenere che le rilevanti eccedenze di patologie anche tumorali emerse dalle indagini epidemiologiche condotte sulla popolazione della Fraschetta siano da correlarsi principalmente al cocktail di veleni emesso da Solvay in atmosfera e giornalmente respirato dagli abitanti ed ancor più dai lavoratori. Mi chiedo se gli enti preposti alla salvaguardia della salute dei cittadini (ASL e Comune, ndr) abbiano incisivamente dato seguito a tali allarmanti risultati, richiedendo approfondimenti ad Arpa“. L’ex assessore ritiene oltremodo inquietante che la Provincia, “conosciuti tali risultati, abbia comunque concesso a Solvay con il supporto di ARPA nei primi mesi del 2021 l’autorizzazione a produrre cC6O4 senza alcun vincolo sulle emissioni in atmosfera“.

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