3 Febbraio 2022
05:46
Covid e spopolamento: così Luigina ha dovuto chiudere il suo minimarket. “Ora reinventarsi sarà difficile”
CASTELFERRO – Da qualche giorno il paese di Castelferro, piccola frazione del Comune di Predosa, è un po’ più povero. Con l’arrivo del nuovo anno il minimarket della signora Luigina Mastronardo ha chiuso definitivamente i battenti. Lo ha fatto dopo 13 anni di sua gestione ma anche dopo 30 anni di esistenza nel cuore della frazione. Colpa del Covid, certo, “che in un paese anziano come il nostro ha tolto un po’ la voglia di uscire e di incontrarsi alle persone“, ma anche di una crisi dei servizi che sta colpendo soprattutto i piccoli centri abitati.
“Quando ho rilevato l’attività, ormai 13 anni fa, ero un punto di riferimento per la comunità. Facevo sia da alimentari che da edicola. Avevo anche un punto Sisal che permetteva di effettuare pagamenti“, ci spiega Luigina. Ma il piccolo market che si trovava davanti alla Chiesa svolgeva anche un ruolo di aggregazione: “Finite le funzioni religiose spesso in molti si fermavano per acquistare il pane, il latte fresco o comprare il giornale. Era l’occasione per scambiare qualche parola e procrastinare il ritorno a casa“. Una sorta di famiglia, come spesso avviene nei piccoli centri abitati dove era possibile dare e ricevere favori. “Insomma, ci si dava tra tutti una mano“. Poi il Covid-19, il lockdown e le regole di contingentamento hanno sgretolato questo piacevole senso di socialità all’interno del paese.
“Abbiamo avuto lutti, sempre meno persone hanno potuto e in parte voluto frequentare il minimarket. Le persone giovani inoltre preferiscono fare la spesa nei grandi centri commerciali. Fare impresa così è impossibile“. Da qui la decisione, “sofferta e rimandata ancora di un anno sperando che la situazione cambiasse“, di chiudere. Adesso in paese rimangono solo più un Ufficio Postale, un circolo e un pastificio. “Purtroppo i piccoli centri urbani si stanno svuotando e lentamente, con il passare del tempo, stanno lentamente morendo“. E Luigina ne è una testimone oculare: “Al di là della mia situazione Castelferro era un paese che si popolava nel weekend quando le persone che avevano la seconda casa venivano a passare il fine settimana in campagna“. Poi il Covid e le conseguenti restrizioni hanno rallentato e fatto diminuire drasticamente questa tendenza vacanziera. “Anche lo stop, sempre causato dalla pandemia, della sagra dei salamini d’asino ha avuto ripercussioni sulla mia attività ma come su tutto il paese“, ha aggiunto.
Ora, a 48 anni Luigina deve reinventarsi: “E non è una cosa né facile, né scontata. Ho sempre avuto una attività anche prima del minimarket. Ma adesso dico basta. Così non si può andare avanti. Tasse sempre più alte così come i costi di gestione e la crisi economica causata dal Covid mi impediscono di andare avanti“. Ecco che sui social network ha anche lanciato un appello per trovare una nuova occupazione. “Attualmente lavorerò un mese in un’azienda. Ma il futuro resta un’incognita. Sono disposta a lavorare in qualsiasi ambito ma ho una lunga esperienza gestionale oltre che da banconista“.