22 Febbraio 2022
12:07
I lavoratori della Pernigotti in consiglio comunale a Novi: “Temiamo che a giugno l’azienda chiuda”
NOVI LIGURE – “Siamo la Rappresentanza Sindacale Unitaria della Pernigotti. Questa sera tocca a noi raccontare quello che sta accadendo all’interno della fabbrica“. Ieri sera il consiglio comunale di Novi Ligure si è aperto così, con tre rappresentanti dei lavoratori della Pernigotti a raccontare il dramma lavorativo che si sta consumando all’interno dello stabilimento.
“La situazione sta peggiorando rispetto all’incontro di novembre non ci sono stati passi in avanti ma solo passi indietro. Non soltanto non si sta concretizzando una trattativa palesata“, ormai quattro mesi fa, “per salvare l’azienda ma anche l’incontro che dovevamo avere a gennaio con i vertici aziendali e il Governo non è ancora stato calendarizzato e gli impegni presi a novembre non sono mai stati rispettati“, spiegano. Secondo quanto riferito dalle Rsu “la rete vendita non solo non è stata potenziata ma è stata addirittura distrutta. Non ci sono più rappresentanti commerciali per l’Italia e i pochi che ci sono sono in cassa integrazione da mesi. A questo si aggiunge una produzione quasi del tutto inesistente dato che si lavora solo più su pochi prodotti destinati all’export“.
I rappresentanti dei lavoratori, nel corso del Consiglio Comunale, hanno sostenuto che “la volontà della proprietà è quella di non fare assolutamente nulla. La nostra preoccupazione è che la proprietà turca della Pernigotti voglia arrivare a giugno, quando scadrà la cassa integrazione, per poi chiudere definitivamente lo stabilimento in Italia, attuare i licenziamenti, tenere il marchio e continuare la produzione altrove“. Per questo i dipendenti della fabbrica dolciaria hanno chiesto, anche con l’appoggio dell’Amministrazione comunale, un incontro urgente al Mise “perché abbiamo necessità di capire la realtà delle cose come è senza più restare ad aspettare in silenzio che si concretizzi qualcosa a oggi di irrealizzabile“.
Il sindaco di Novi Ligure, Gian Paolo Cabella, ha comunicato che sarà suo obbligo “far sapere al ministro le conclusioni di questa discussione. È tutta la città che lo vuole, i novesi sono molto affezionati alla Pernigotti, non lasceremo sfuggire questo tesoro“. Parole a cui hanno fatto eco quelle dell’ex sindaco novese Rocchino Muliere, attualmente all’opposizione: “Il Governo intervenga: pretendiamo un forte impegno chiaro. Chi non mai creduto nella Pernigotti se ne vada e venda a chi, invece, vuole investirci. Basta rinvii e mediazione, al tavolo romano si arrivi al dunque. Non vogliamo la morte di un’azienda che, con quel marchio, può fare e dare molto, ma non con i fratelli Toksoz“.