Autore Redazione
mercoledì
6 Aprile 2022
18:51
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Cronaca - Alessandria

“Sogno di una notte di mezza estate” secondo la Compagnia URT di Jurij Ferrini

Ritmo, partitura coreografata, vena comica e un aggancio alla tematica ecologica per l'allestimento Shakespeariano della Compagnia URT. Stasera al Teatro Alessandrino lo spettacolo
“Sogno di una notte di mezza estate” secondo la Compagnia URT di Jurij Ferrini

ALESSANDRIA – Un classico che fonde il piano onirico con quello popolare, un plot fenomenale di Shakespeare, un autore “eterno più che attuale”. E’ con “Sogno di una notte di mezza estate” che stasera, 6 aprile alle 21, continua la stagione al Teatro Alessandrino organizzata dal circuito Piemonte dal Vivo e dal Comune di Alessandria.

Nel pomeriggio la Compagnia URT del regista Jurij Ferrini ha incontrato il pubblico per la presentazione dello spettacolo, una conversazione tanto informale quanto illuminante su quanto aspettarsi da un allestimento originale e fedele al contempo. “Il racconto“, ha spiegato Ferrini, che oltre che essere regista ricopre, come tutti i protagonisti, più ruoli, “è lineare e giocato su tre linee”. Si intrecciano tra loro il piano dei commedianti improvvisati che mettono in scena un testo mitologico, quello delle due coppie di innamorati e quello degli abitanti magici del bosco. Gli attori in scena, nove con Ferrini e provenienti dalla Shakespeare School dello stesso regista (ad eccezione di Rebecca Rossetti che vi insegna), ricoprono quasi tutti più ruoli e danno vita ad un sogno che affascina e diverte.

La versione di “Sogno…” di Progetto URT, hanno spiegato i protagonisti, si caratterizza per la sua partitura ritmica e coreografata, che diventa più incalzante con l’aumentare degli equivoci e dei litigi tra innamorati, dovuti ai dispetti del Folletto Puck agli ordini di Oberon, re delle fate. Uno stile ispirato a quello degli attori del mitico Globe Theatre, adattato al nostro italiano in endecasillabi e sottolineato dalla colonna sonora delle Quattro stagioni di Vivaldi riscritte da Max Richter, che  “richiamano l’idea della danza e del movimento, creando pathos e forza espressiva”. La stessa musicalità permea il personaggio di Puck (Rossetti), che si esprime in ottonari (in parte ricostruiti), con un’attualizzazione in stile rap e una coreografia che ne accentua l’aspetto ineffabile. E proprio il folletto si fa portavoce della stortura del rapporto dell’essere umano con la natura, toccando un tema certamente eterno, ma oggi più che mai attuale e opprimente. L’aggancio è ben presente nel testo originale, spiega Ferrini, nel passo in cui la regina delle fate Titania e Oberon litigano facendo “danni alla natura”, una follia che Puck non riesce a comprendere. I danni alla natura causati dall’umanità ritornano nel commiato del folletto, in cui è stata inserita una poesia di Mariangela Gualtieri intitolata «Nove marzo duemilaventi», un richiamo alla coscienza globale e alla necessaria unità con il creato.

In scena Paolo Arlenghi, Jurij Ferrini , Maria Rita Lo Destro, Agnese Mercati, Chiara Mercurio, Federico Palumeri, Stefano Paradisi, Michele Puleio, Rebecca Rossetti.  Per questa sera sono ancora disponibili dei biglietti acquistabili sul posto

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