Autore Redazione
venerdì
8 Aprile 2022
05:12
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Cronaca - Alessandria

Regione Piemonte: “Biomasse al posto del gas russo”. Lombardi: “Strada sbagliata. A Spinetta sogno campi di pannelli”

Regione Piemonte: “Biomasse al posto del gas russo”. Lombardi: “Strada sbagliata. A Spinetta sogno campi di pannelli”

PIEMONTE – Il Piemonte punta sulle biomasse. Lo fa nel tentativo di raggiungere l’autonomia energetica sulla spinta pratica ed emotiva di un periodo di profonda incertezza legata anche alla guerra in Ucraina e alla forte dipendenza dal gas russo. Per questo la Regione ha chiesto al governo di rivedere il Pnrr per ottenere le risorse necessarie a realizzare il progetto. “Studi dimostrano che in cinque anni potremmo affrancarci dall’utilizzo del gas di una quota pari almeno al 15%. Un percorso non semplice, per via dei costi, ma più che realistico“, ha spiegato all’Ansa l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati. Secondo l’assessore regionale il Piemonte dovrebbe puntare sulle biomasse legnose ai fini energetici ritenuto “lo strumento chiave per diminuire la dipendenza energetica dalle fonti fossili tradizionali e per la mitigazione dell’emissione di CO2“. Una notizia che ha fatto suonare un campanello d’allarme a molte associazione ambientaliste. Così abbiamo chiesto un parere all’ingegnere Claudio Lombardi, ex assessore all’Ambiente del Comune di Alessandria e membro di Legambiente.

DOMANDA: Ingegnere cosa ne pensa di questa proposta del Piemonte?
R: Sulla carta può anche funzionare. Se le biomasse suono utilizzate con criterio, costruendo impianti di ultima generazione con importanti sistemi di filtraggio delle particelle emesse dalla combustione allora dico che il progetto è giusto.
D: Però?
R: 
Però non sono convinto che le biomasse corrette da utilizzare siano quelle legnose. Se vogliamo trovare un’indipendenza energetica di certo non possiamo pensare di bruciare della legna.
D: Per quale motivo?
R: Per sostituire un 15% di energia attualmente procurata dal gas ci vorrebbero tonnellate giornaliere di legno. Se il Piemonte adibisce una parte di territorio alla produzione di legname deve dare comunque il tempo alla natura di rigenerarsi. Quindi il legno prodotto esclusivamente nella Regione non basterebbe e bisognerebbe acquistarlo altrove. Siamo quindi al discorso di prima. Ci affranchiamo in parte dalla Russia, che eticamente a oggi non sarebbe neanche un cattivo discorso, ma poi dovremmo legarci a un altro Paese.

D: Allora cosa suggerisce?
R: Se si vuole puntare a tutti i costi sulle biomasse lo si faccia con quelle organiche provenienti dai rifiuti. Studi dimostrano che, con sistemi di filtraggio adeguato, si abbattono in maniera importante le emissioni di CO2. Certo i cittadini storcono sempre il naso quando si parla di impianti di questo tipo per paura di odori e inquinamento ma se tutto viene fatto a norma, e magari anche qualcosa di più, non ci sono assolutamente problemi. Inoltre credo che sdoganare le biomasse legnose provocherebbe un altro problema.
D: Quale?
R: Non vorrei che il privato intensificasse il loro utilizzo per riscaldare la propria abitazione. Le caldaie di questo tipo sono estremamente inquinanti poiché non hanno quegli stessi sistemi di filtraggio che hanno gli impianti per la produzione energetica. E questo sarebbe un grave danno per l’ambiente.
D: E quindi cosa si può fare?
R: 
Quello che si sta dicendo da anno ma che in pochi fanno, ovvero puntare sulle energie rinnovabili quali l’eolico e il solare.

D: E il Piemonte avrebbe zone adeguate a ospitare impianti di questo tipo?
R: Certo. Le zone degli appennini, delle pre-alpi e delle alpi sono piuttosto ventose. Quindi impianti eolici, poco impattanti sulla natura, potrebbero essere tranquillamente costruiti. Mentre per quanto riguarda l’energia solare ci sono centinaia di siti che potrebbero ospitare campi interi di pannelli.
D: Ma questo non porterebbe a un consumo eccessivo del suolo che va in contrasto proprio con la lotta ai cambiamenti climatici?
R: 
Bisogna fare tutto con raziocinio. Ovvio che disboscare una zona per creare campi di pannelli solari sarebbe folle e controproducente. Ci sono a questo problema però diverse soluzioni. Io ad esempio ho due sogni anche se un po’ utopistici.
D: Quali?
R:
Il primo riguarda la provincia di Alessandria e in particolare il polo chimico che si trova a Spinetta Marengo. Studi hanno stabilito che quell’area della Fraschetta che va dallo stabilimento Solvay e si spinge sino al Bormida è profondamente inquinato. La mia proposta è quella di dismettere in quella zona le coltivazioni, che sono dannose per la salute, e al loro posto installare pannelli solari. La città avrebbe un’indipendenza energetica quasi totale. 
D: Il secondo qual è?
R: 
Rilanciare il 110% per i pannelli fotovoltaici da installare sui tetti delle abitazioni, sburocratizzando l’iter per accedere al bonus. Immaginate se tutte le case di Alessandria avessero pannelli fotovoltaici con il relativo accumulo per ottenere un’indipendenza energetica. Avremmo risolto parte del problema abbassando inoltre, nel periodo invernale, in maniera significativa l’emissione di CO2, vera e propria piaga del nostro territorio.

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