Autore Redazione
venerdì
8 Aprile 2022
04:58
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Cronaca - Alessandria

Gli alessandrini raccontati da Carmelo Abbate nel suo “Storie degli altri”

Gli alessandrini raccontati da Carmelo Abbate nel suo “Storie degli altri”

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Ci sono storie che appartengono a tutti. Storie che trovano il loro spazio sui libri, nei titoli dei giornali o durante i salotti televisivi. Poi ci sono racconti che si perdono nell’aria. Racconti, straordinari nella loro semplicità, di persone come ce ne sono tante al mondo a cui però nessuno sembra voler dar voce. Carmelo Abbate, giornalista e scrittore siciliano, da alcuni anni ha iniziato a raccogliere testimonianze di vita comune. Testimonianze che, nel loro piccolo, fanno la grandezza di questo Paese. Sono storie d’amore, di passione, di lavoro, di sconfitte e riscatti. Insomma Storie degli altri, proprio come si intitola il blog dello scrittore. Tra loro anche diversi Alessandrini.

C’è ad esempio Valeria (Cagnina), classe 2001 ed esperta di robotica. Lei è di Alessandria e, come racconta Abbate, “è una bambina vivace, curiosa. Un peperino. Ha 11 anni. Segue dei laboratori di robotica a Milano. Rimane affascinata. Tormenta mamma e papà finché non le comprano un kit da programmatore. Non ha idea di come funzioni, ma vuole provare. I tutorial su YouTube sono solo in inglese. Non si scoraggia. Smanetta e trova dei video che insegnano la lingua. Unisce tutto ed è fatta. Valeria costruisce il suo primo robot“. Adesso Valeria ha un’azienda tutta sua in cui insegna robotica ai più piccoli, portando avanti i suoi progetti e inseguendo i propri sogni.

Tra loro poi troviamo Samuele e Salvatore, anche loro di Alessandria, che ai tempi della prima ondata di pandemia da Covid-19 hanno deciso di dedicarsi interamente agli altri. Lo hanno fatto facendo la spesa al supermercato ogni giorno per donare un pacco di pasta, del pane, un barattolo di sugo o del riso, a chi ne aveva bisogno in quel momento di totale paura e lockdown generale. “Hanno preso ognuno la loro macchina, sono andati a fare la spesa, hanno riempito 15 buste e le hanno messe a disposizione di chi aveva bisogno. Il primo giorno sono arrivate 15 persone, poi la voce si è sparsa, e le buste della spesa sono aumentate. Da quel giorno, Salvatore, Sam e altri ragazzi che si sono uniti al gruppo“, sono sempre andati a fare la spesa per aiutare chi aveva più bisogno.

Poi c’è Marco nel 2020 34enne di Caltagirone, in provincia di Catania, ma da qualche tempo cittadino di Casale Monferrato. Il suo mestiere è il navigator e per farlo ha dovuto lasciare la sua terra dopo tanti anni di lavori precari e mal retribuiti. Poi la pandemia lo ha allontanato da tutto e tutti. Soprattutto da suo padre 82enne lontano 1300 chilometri. Il primo pensiero è stato quello di tornare a casa. Subito, senza troppi indugi. “Li avrei messi in pericolo tutti, non era giusto. Decido, quindi, di restare. Facendomi male, ma è giusto così. Consapevole che restare qui dove vivo da solo lontano dai miei affetti non sarebbe stato facile, ma sono sicuro che ho voluto più bene a mio padre ed ai miei cari restando a 1300 chilometri di distanza che tornando da loro“.

Benito e Rita sono di Alessandria. Sono marito e moglie, sposati da oltre 60 anni. Li lega un amore lungo, indissolubile, viscerale. Questa coppia è morta a distanza di poche ore l’una dall’altro. “Se muore la mamma io la seguo subito“. Questa la confessione di Benito al figlio. E quando questo è successo, con Rita morta al mattino in casa, Bruno l’ha seguita subito dopo, poco prima di mezzanotte in una camera dell’ospedale di Alessandria. Una coppia di coniugi che si amava profondamente, anche oltre la morte.

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