19 Aprile 2022
05:14
Guerra in Ucraina e grano che manca: ma solo nell’Alessandrino ci sono 5000 ettari di campi non coltivati
PIEMONTE – Il conflitto in Ucraina va ormai avanti da quasi due mesi. Lo stop delle importazioni di diverse materie prime dal Paese guidato da Volodymyr Zelenskyj e le sanzioni nei confronti della Russia hanno destabilizzato anche il mercato europeo oltre che quello italiano. Le materie prime hanno subito importanti impennate di prezzi e molti materiali faticano persino ad arrivare. Nelle scorse settimane le varie associazioni di categoria avevano lanciato l’allarme per una possibile carenza di grano nei prossimi mesi e un’incapacità dell’Italia nel colmare il vuoto lasciato dall’import non attuabile a causa della guerra.
Va detto che in Italia ci sono più di 200 mila ettari di terreni a riposo per via degli accordi con l’Unione Europea. Questi campi potrebbero infatti essere utilizzati per nuove coltivazioni di cereali come grano tenero, grano duro, mais e girasoli. I terreni in questione si trovano soprattutto al Nord: tra tutte le regioni svettano l’Emilia-Romagna con 20.200 ettari, il Piemonte con 17.544, il Veneto con 12.300 ettari e, a seguire, la Lombardia con 11.000 ettari, e la Campania con 10.500. A questi si aggiungono quei terreni di proprietà delle aziende agricole che, per vari motivi, non vengono sfruttati.
Secondo una stima di Cia Alessandria in provincia ci sarebbero la bellezza di 5595 ettari di terreno incolti per un totale di 2952 aziende. Il dato arriva dalla Regione Piemonte e da quegli agricoltori che hanno formulato le rispettive Pac. In questo senso potrebbero essere molto di più gli ettari che attualmente non vengono sfruttati in agricoltura. La possibilità di riconvertire questi terreni in coltivazioni potrebbe ridurre la carenza di grano causata dalla guerra e soprattutto ribassare i costi di produzione di tutti quei prodotti cerealicoli ultimamente cresciuti proprio in seguito al conflitto ucraino.
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