14 Aprile 2022
17:30
Attenzione alla “sgrammatura”. L’Unione consumatori spiega il fenomeno che cela l’aumento dei prezzi
ITALIA – Confrontare i prezzi reali e non fermarsi al prezzo dei prodotti, spesso hanno pesi diversi. Meglio abituarsi a guardare sempre i prezzi al chilo e al litro. Attenzione poi alla shrinkflation, termine che nasce dalla fusione di due parole inglesi: “shrinkage” (contrazione) e “inflation” (inflazione). È quanto raccomanda l’Unione Nazionale Consumatori che ha presentato un esposto all’Authority per alcuni prodotti, tra i quali le colombe pasquali da 750 grammi invece che da un chilo, in merito a questa tecnica di marketing nota anche come ‘sgrammatura‘ che ridimensiona il peso consolidato di prodotti di largo consumo per mascherare l’aumento del prezzi.
“La ‘sgrammatura’ dei prodotti è antica, ma con la crisi attuale e gli aumenti dei costi di produzione delle aziende, dovuti ai rincari energetici di luce e gas, le segnalazioni dei consumatori si sono moltiplicate e le tecniche delle aziende si sono fatte sempre più insidiose“. E’ quanto afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori in merito all’esposto presentato all’Authority. La questione riguarda alcune colombe pasquali ma anche le mozzarelle da 100 grammi invece che da 125, il caffè da 225 gr al posto di quello da 250 grammi, la pasta non nei formati consolidati da 500 grammi e da 1 Kg, il tè con 20 bustine invece di 25 e innumerevoli altri prodotti.
“È scorretto, però, diminuire il quantitativo interno di un prodotto mantenendo la confezione della stessa grandezza, oppure ridurre di pochi grammi il peso rispetto a quelli tradizionali e consolidati da decenni, così come è ingannevole nascondere il peso anomalo nella parte nascosta della confezione, quella inferiore, scrivendolo a caratteri minuscoli tra decine di altre scritte, costringendo il consumatore ad organizzare una caccia al tesoro per trovarlo” conclude Dona.
L’associazione suggerisce dunque di guardare ovunque sulle etichette: i prodotti più stuzzicanti (beni voluttuari come dolcetti, salse, sottaceti, gastronomia) o comunque quelli più interessanti per il gestore, per i quali ha un ricarico maggiore, sono posti ad altezze che variano da 110 cm da terra (raggiungibili senza doversi abbassare) a 160 cm (ad altezza occhio), solitamente sul terzo ripiano. I beni che il supermercato non ha interesse a promuovere sono invece posti o molto in alto o molto in basso. I prodotti che catturano maggiormente la nostra attenzione sono collocati all’inizio di ogni corsia perché li osserviamo anche mentre passiamo da un settore all’altro, o, meglio ancora, nelle esposizioni alla fine dei corridoi. Infine, occhio ai prezzi arrotondati: al supermercato il cliente non troverà mai scritto 10 euro, ma 9.99 euro, per farlo sembrare meno caro.