7 Settembre 2015
12:28
Anche una delegazione alessandrina di Sant’Egidio a Tirana. “Perché la pace è sempre possibile”
ALESSANDRIA – È iniziato ieri, e durerà fino a domani, l’incontro internazionale promosso da Sant’Egidio tra leader delle religioni mondiali ed esponenti della cultura e delle istituzioni. L’appuntamento si svolge a Tirana, in Albania, e vede la partecipazione anche di una delegazione alessandrina della comunità di Sant’Egidio.
L’incontro serve a riflettere sull’importanza della pace e del dialogo, soprattutto in un momento storico e sociale delicato. Come ha spiegato il fondatore della Comunità, Andrea Riccardi, nel suo intervento “oggi qualcosa ci preoccupa: la diffusa rassegnazione a subire la storia di violenza, terrorismo, guerra, come fenomeni inarrestabili. Come se la pace fosse un’utopia perduta nel secolo passato“. In realtà, ha spiegato Riccardi “la pace è sempre possibile” nonostante i “fallimenti” della comunità internazionale e la rinuncia dell’opinione pubblica a reagire di fronte ai conflitti in corso, come sta accadendo in Siria: “da più di quattro anni muore ogni giorno sotto i colpi di una guerra terribile, che dura più della prima guerra mondiale. Mi chiedo: dove sta un movimento per la pace in Siria? Dove nei Paesi arabi? Dove in Europa? Dove nel Mediterraneo? La passione per la pace sembra esaurita”. Per questo non ci si può rassegnare agli eventi: “i siriani giungono in Europa. Solo una riconquistata pace in Siria e in Iraq potrà farli restare nella loro terra. I siriani, come altri rifugiati per la guerra o per i disastri ambientali, lasciano le loro terre. Chi ha diritto di fermarli?”.
Ma il sentimento di rassegnazione interroga anche le religioni: “Non devono – si chiede Riccardi – aprire un discorso più forte sulla pace e il suo valore? Qualcosa si deve sbloccare nel mondo delle religioni: di fronte alla domanda di pace di tanti popoli, di fronte ai rifugiati che bussano, di fronte alle teologie della violenza. L’autoreferenzialità dei credenti è il sonno dello spirito. Le religioni devono esprimere la ribellione della coscienza morale contro la violenza e il male. La violenza uccide l’uomo, ma prima distrugge la sua umanità e la sua anima religiosa”. L’umanità però esiste ancora e sivede, per esempio, nei tanti europei che sono andati incontro ai rifugiati, nonostante i “muri e le proteste populiste”: “la religione crea, nell’amore, un legame con l’altro. Per questo bisogna incontrarsi e dialogare fra diverse famiglie di credenti e dialogare con i laici e gli umanisti”.
Le foto arrivano dalla delegazione alessandrina presente a Tirana. I vari interventi possono essere letti, visti e ascoltati sul sito della comunità: www.santegidio.org