15 Settembre 2015
22:00
Ancora troppo cibo invenduto nella spazzatura. “Inascoltato” l’appello della Caritas a donare gli alimenti in scadenza
ALESSANDRIA – Pacchi di carne e di brioches, confezioni di insalata “pronte da gustare” e cartoni di latte. Anche alimenti prossimi alla scadenza, ma ancora “buoni”, sono finiti in un cassonetto della spazzatura vicino a un supermercato di Alessandria. Uno spreco di cibo che ha indignato un nostro giovane ascoltatore. Mirko, ha sottolineato con rammarico in una mail inviata in redazione insieme ad alcune foto, ogni giorno vede in quel cassonetto alimenti che potrebbero essere donati alla Caritas e finire sulle tavole di persone in difficoltà, anziché nell’immondizia.
La crisi, del resto, continua a mettere in ginocchio sempre più famiglie che faticano a mettere insieme “il pranzo con la cena”. Lo aveva ricordato solo qualche mese fa la stessa Caritas di Alessandria, lanciando un appello proprio alla grande distribuzione (Clicca QUI per la notizia). Ancora oggi, ha spiegato Marco Santi della onlus Opere di Giustizia e Carità, Coop, Bennet e la Centrale del Latte restano però gli unici ad aver sottoscritto il protocollo con la Fondazione Banco Alimentare per donare il cibo invenduto alla Caritas di Alessandria. Le lettere spedite a “tutte le altre grandi catene” presenti sul territorio sono rimaste “senza risposta”. “Forse troppo lontane” dalla realtà alessandrina, le direzioni centrali non hanno raccolto l’appello. “A frenare la grande distribuzione potrebbe essere anche il lavoro in più necessario per attivare un progetto di questo tipo. Un dipendente del supermercato dovrebbe occuparsi di ritirare la merce in scadenza dagli scaffali, metterla da parte e compilare la bolla per il trasporto degli alimenti”. L’amarezza, però, resta. Proprio “la mancata risposta” della grande distribuzione, ha aggiunto Marco Santi, ha impedito di inaugurare anche ad Alessandria uno dei “supermercati solidali” della Caritas. Pochi gli alimenti sugli scaffali e nei frigoriferi già sistemati in una vecchia palestra, ristrutturata grazie a un bando del Csvaa, e così l’emporio per ora rimane un semplice magazzino. “E’ un peccato – ha sottolineato Marco Santi – Questo progetto restituisce dignità a chi è in difficoltà. Anziché dover mangiare alla mensa Tavola Amica o ricevere una busta riempita da qualcun altro, le famiglie possono decidere cosa comprare a seconda delle loro necessità, utilizzando i punti della card della Caritas. Per lanciare un market solidale abbiamo bisogno di ricevere anche con una certa continuità una quantità di cibo che solo la grande distruzione può garantire“. La speranza, quindi, è di cominciare a ricevere qualche lettera di risposta dalle grandi catene di supermercati. Donare alimenti invenduti è del resto un’operazione “win to win”, dove praticamente vincono tutti. “Non solo si riduce lo spreco di cibo, ma anche i supermercati ottengono un vantaggio economico. Tutte le esperienze sviluppate in questo ambito in Italia hanno generato un fortissimo risparmio per la grande distribuzione. Il controllo quotidiano della merce in scadenza alla lunga porta a un’ottimizzazione degli ordini e quindi riduce il divario tra la merce che rimane in magazzino e quella che arriva alle casse dei supermercati”.
Tatiana Gagliano