Luglio 2022 bollente in Piemonte e nei primi 7 mesi -49% di acqua rispetto alla media ultimi 30 anni

PIEMONTE – Il mese di luglio 2022 finito da poco è stato il secondo più caldo degli ultimi 65 anni dopo quello del 2015, un dato che si aggrava ulteriormente se si aggiunge al fatto che il trimestre maggio-giugno-luglio 2022 è stato il più caldo mai osservato, superando anche quelli corrispondenti del 2003 e del 2015. Lo ha spiegato Coldiretti Piemonte sui dati di Arpa Piemonte.

Dal punto di vista delle precipitazioni, analizzando i dati dell’anno 2022, sul Piemonte sono caduti da gennaio a luglio, circa 272 mm di pioggia e/o neve, a fronte di una norma climatica del medesimo periodo che si assesta sui 528 mm. Il deficit è, quindi, significativo, pari al 49% rispetto al valore medio degli ultimi 30 anni.

“Dopo un inverno e una primavera eccezionalmente secchi, anche per i mesi di giugno e luglio sono stati registrati valori di precipitazione inferiori alle medie mensili e temperature bollenti – fanno notare Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale. A causa delle situazione climatica, visto il protrarsi della crisi idrica, stanno crescendo a dismisura i danni per la siccità, saliti ad oltre 1 miliardo e mezzo in Piemonte, poiché, trasversalmente, tocca tutti i comparti causando una diminuzione dei raccolti fino al 50% del mais, fino al 30% del grano, dal 30 al 100% del riso e dei foraggi per il bestiame. Provoca, inoltre, un calo del 20-30% della produzione di latte, tipico durante l’estate ma non di questa entità. Occorre intervenire nell’immediato con misure di emergenza per salvare i raccolti ed il futuro delle aziende: la devastante siccità che stiamo affrontando ha evidenziato ancora una volta che l’Italia ha bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola. Ancor più in un momento di crisi generato dal conflitto ucraino, abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero. A livello nazionale, Coldiretti ed Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, hanno elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia”.