8 Agosto 2022
12:00
Quando nel 1991 Casale accolse un migliaio di profughi albanesi
CASALE MONFERRATO – Era l’8 agosto del 1991 quando la nave Flora, proveniente da Durazzo, attraccava al porto di Bari. Lo faceva trasportando migliaia di persone in fuga dalla disperazione e dalla povertà. Con loro pochi oggetti e vestiti ma grandi speranze e sogni. Di queste migliaia di persone circa 800 vennero ospitati alla Caserma Mazza di Casale Monferrato. Da quella data di anni ne sono passati ormai 31 ma il ricordo è ancora vivo e forte in chi li ha ospitati, accolti e aiutati. Tra questi i tanti volontari della Protezione Civile, tra cui Dante Ferraris che ricorda bene quel 1991 vissuto, per conto della Prefettura, all’interno del centro di accoglienza in una attività di assistenza sanitaria e sociale. I volontari erano impegnati, oltre che nella gestione, anche nella ricerca e nella raccolta dei materiali necessari al centro d’accoglienza: vestiario, prodotti per l’igiene personale, giochi per i bambini e passatempi attraverso raccolte mirate, nonché impegnati a supportare un più preciso censimento della popolazione albanese. Quando giunse il momento di accoglierli, alla stazione ferroviaria di Casale Monferrato, fu predisposto un imponente cordone di sicurezza: Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani ed Esercito. “I profughi erano visibilmente stanchi, ma consapevoli di essersi lasciati alle spalle la paura di un’attraversata difficile e pericolosa, a bordo di barconi e pescherecci sul Mare Adriatico. Già in prossimità della stazione di Casale Monferrato si udirono i primi saluti e ringraziamenti: ‘Ciao Casale’, ‘Grazie Italia’, ‘Viva la Libertà’“. Era l’Italia dell’accoglienza e della mano tesa verso chi si trovava in difficoltà. E in quel giorno anche la provincia di Alessandria fece la sua parte. Foto di Dante Paolo Ferraris
“Il lavoro svolto dai volontari fu encomiabile, non limitandosi solo al personale infermieristico impiegato nell’ambulatorio, ma anche alla gestione dei magazzini vestiario, al controllo delle camerate, al ricongiungimento dei nuclei familiari, al controllo cucine e mensa nelle ore di colazione, pranzo e cena oltre al servizio ambulanze“, spiega lo stesso Ferraris in un racconto di quei mesi sul suo blog.