21 Settembre 2015
22:02
Palazzetti: oncologia ha la massima attenzione. Domani incontro con la proprietà della clinica
CASALE MONFERRATO – Non passa un giorno senza che a Casale non si parli di sanità. Mentre l’opposizione continua a raccogliere firme in difesa della clinica Sant’Anna, dall’altra parte il sindaco e l’amministrazione lavorano tra l’incudine e il martello, stretti tra i tagli paventati dalla Regione e gli attacchi politici della minoranza.
Una situazione delicata che non sembra non impensierire il sindaco di Alessandria, Titti Palazzetti, convinta del buon lavoro fatto finora:
“La pubblicazione degli atti aziendali dà all’ospedale di Casale sufficienti risorse per diventare un ospedale di riferimento. Naturalmente noi ci stiamo dando da fare per ottenere anche di più perché senz’altro gli atti contengono sviste od omissioni che si possono comunque recuperare. A noi vengono assegnati 12 primariati e quindi almeno sulla carta adesso l’ospedale esiste e dovrebbe essere messo in grado di funzionare al meglio. C’è la questione della clinica Sant’Anna che fa discutere e noi, insieme ai sindaci del territorio, abbiamo scritto una lettera all’assessore Saitta in cui diciamo che la chiusura della clinica impoverisce l’offerta sanitaria di Casale e del territorio. Anche perché la clinica per certi aspetti era sussidiaria all’ospedale. Era così per gli interventi di protesi all’anca, per l’oculistica, per le liste di attesa troppo lunghe e così via. Quindi, la nostra posizione politica è questa: qualora non si possa evitare questa chiusura di interventistica, frutto, lo rammento, di un accordo con la proprietà della clinica per cui noi non siamo stati interpellati, chiederemo di riposizionare le risorse economiche sull’ospedale in modo da potenziarlo e riassorbire le attività della clinica”.
Intanto domani il sidnaco Titti Palazzetti avrà un incontro con la proprietà della clinica per conoscere l’esatta situazione e valutare il da farsi: “voglio capire – ha spiegato il sindaco – come mai sono state fatte alcune scelte. La proprietà ha deciso di investire sulla clinica di Bra perché lì probabilmente esiste solo una struttura privata. Qui ci sono altre clinicihe e quindi sono state fatte altre scelte, ma mi dovrò confrontare con i vertici per apprendere quale sia la politica aziendale.”
Intanto procede la raccolta firme in città a dimostrazione della delicatezza del tema anche se Titti Palazzetti vuole rassicurare tutti i cittadini: “il nostro reparto di oncologia avrà presto il suo primario e otterrà il potenziamento del comparto medico e di tutto quello che serve per condurre in modo adeguato un servizio che per noi è di vitale importanza. L’oncologia di Casale ha la massima attenzione anche da parte dell’assessorato regionale.
Riguardo i posti letto noi cerchiamo di mantenere anche quelli. Tutta la rete oncologica del Piemonte chiede che vengano lasciati dei letti ad oncologia e quindi noi speriamo di mantenerli e ce la stiamo mettendo tutta. Per la clinica Sant’Anna io dico ai cittadini che dobbiamo difendere non tanto la clinica quanto l’offerta sanitaria sul nostro territorio. È chiaro che in un tempo di risorse scarse qualche taglio andrà fatto ma noi dobbiamo chiedere che sia ben potenziato l’ospedale dove c’è la rianimazione che non c’è in clinica, per esempio. Io sono contentissima se rimane l’interventistica della clinica ma se non sarà così bisogna chiedere che le risorse siano impiegate sul nostro territorio a vantaggio dell’ospedale Santo Spirito. Dobbiamo fare battaglie serie e molto motivate, con dati alla mano”.
Anche l’assessore Saitta venerdì scorso è intervenuto in soccorso del primo cittadino, un appoggio che non ha stupito il sindaco: “io sono sempre stata in contatto con l’assessore Saitta su questi problemi. Non sono mai uscita pubblicamente sul tema della sanità e non ho mai replicato agli attacchi perché è un tema delicato che richiede discrezione, attenzione e approfondimenti. Ho rinunciato a difendermi per avere la discrezionalità e la concentrazione necessarie per portare a casa le cose che ci servono. In tutti questi mesi ho lavorato con i medici, in attività e in pensione, per approfondire il tema. Gli atti usciti sono frutto di un confronto con il direttore generale dell’Asl e con l’assessore Saitta. Adesso li dobbiamo solo perfezionare. L’altra cosa che i cittadini non sanno è il disegno che stiamo perseguendo: lasciare all’ospedale solo la fase acuta della malattia e spostare sui territori, a livello quasi domiciliare, tutti quei servizi medici come la cronicità, la lungodegenza, la cura del diabete, a casa dei cittadini. Vogliamo potenziare la rete distrettuale. Perciò molte strutture semplici che magari saranno tolte agli ospedali saranno messe sui territori.”