4 Ottobre 2022
05:53
Produzione industriale: provincia di Alessandria 2^ per crescita grazie alle industrie orafe e alimentari
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Nell’ambito della consueta collaborazione con Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte ha diffuso i dati della 203esima “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di luglio e agosto 2022 con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2022 e ha coinvolto 1.728 imprese manifatturiere piemontesi, per un numero complessivo di 102.245 addetti e un valore pari a circa 57,2 miliardi di euro di fatturato.
Le aspettative degli imprenditori piemontesi si fanno più caute confermando la crescente preoccupazione rispetto al futuro di breve periodo su cui pesano numerose incognite, in primis le forniture di gas e il prezzo dell’energia. Ne consegue una riduzione del clima di fiducia complessivo che passa dal 103,1 registrato nel I trimestre 2022 al 87,3 attuale. In particolare, grava sul peggioramento delle aspettative la previsione relativa al fatturato e quella sulla produzione; tengono meglio le aspettative sugli ordini complessivi. Rispetto al secondo semestre del 2022, in provincia di Alessandria il rilancio produttivo si attesta al +5,6%, grazie alle industrie alimentari e a quelle orafe. Il fatturato totale registra un +10,4%, mentre quello estero +11,9%. I dati degli ordinativi interni ed esteri si attestano rispettivamente al + 3,4% e al + 7,4%. Sono 10,2 le settimane di produzione assicurata in provincia. Nel complesso, nel II semestre 2022 il quadro congiunturale dell’industria manifatturiera resta positivo nonostante le crescenti difficoltà a causa del vertiginoso aumento dei costi (in particolare di quelli energetici, destinati a incidere sensibilmente sulla produzione di alcuni comparti). Appare evidente un rallentamento nei principali indicatori che rimangono tuttavia positivi, testimoniando la forza del sistema manifatturiero regionale e la sua capacità di adattarsi agli ormai frequenti shock esterni.
Analizzando i risultati del periodo aprile-giugno 2022 emerge come, dopo la variazione del +5,2% registrata nel I trimestre 2022, le incertezze e le difficoltà generate dalla congiuntura internazionale abbiano iniziato a frenare il ritmo espansivo del tessuto manifatturiero piemontese. Nel II trimestre, infatti, la variazione tendenziale della produzione industriale si è attestata al +3,8%, portando a una crescita media nel I semestre dell’anno pari al 4,5%. In Piemonte il risultato segnato nel II semestre dalla produzione industriale (+3,8%) è stato accompagnato da un incremento degli ordinativi provenienti dal mercato interno (+3,9%) e da una forte espansione di quelli esteri (+44,4%), sostenuti dalla performance del comparto aerospaziale. Il fatturato totale ha segnato un +6,1% e la componente estera ha mostrato un aumento del 3,2%. La tenuta dell’attività produttiva delle imprese piemontesi nel periodo aprile-giugno 2022 viene confermata anche dal grado di utilizzo degli impianti (69,8%) che, pur subendo un leggero rallentamento, si mantiene su livelli pre-pandemici, già riconquistati a fine 2021.
Tutti i principali settori della manifattura regionale hanno esibito nel II trimestre 2022 una crescita della produzione industriale, ad eccezione dei mezzi di trasporto che scontano il confronto con mesi di sviluppo straordinario (la crescita del II trimestre 2022 era stata, infatti, dell’84,9%). Dopo il ritardo nella ripresa dalla crisi, la performance più intensa è stata quella della filiera tessile, che ha evidenziato un aumento della produzione dell’8,9%. Al secondo posto per intensità d’incremento della produzione si trova il comparto dell’elettricità ed elettronica e la filiera alimentare, entrambi con una crescita del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Evidenziano una variazione superiore alla media regionale del periodo anche la meccanica (+4,3%) e le industria del legno e del mobile (+4,0%). Le aziende della chimica/plastica segnano un incremento della produzione del 2,9%, le industrie dei metalli seguono con un +2,0%. Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate sotto il profilo dimensionale emerge una tenuta diffusa a tutte le classi dei livelli produttivi, con risultati migliori per le PMI. Le micro dimensioni (0-9 addetti) registrano una crescita del 3,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Le piccole imprese (10-49 addetti) e le medie aziende (50-249 addetti) mostrano un aumento, rispettivamente pari a 4,2 e 4,3 punti percentuali. Le imprese di grandi dimensioni (oltre 250 addetti), infine, registrano una crescita tendenziale della produzione del 3,5%. La performance ancora positiva mostrata a livello complessivo regionale nel II trimestre 2022 nasce da trend di crescita segnati in tutte le realtà provinciali.
Secondo il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia, i risultati di questo trimestre restituiscono un Piemonte che continua a difendersi bene nelle varie sfide nazionali e internazionali che “purtroppo deve continuare a fronteggiare”. “La vera incognita sarà l’autunno, quando si esaurirà la spinta del rimbalzo post-crisi pandemica. Un futuro che possiamo già intravedere nelle aspettative al ribasso degli imprenditori: un’incertezza dovuta per lo più alle forniture di gas e al prezzo dell’energia e che avrà ripercussioni anche sulla seconda parte dell’anno. Come sempre, le Camere di commercio piemontesi sosterranno le imprese con tutti gli strumenti a disposizione, con l’unico obiettivo di ridare fiducia al sistema economico regionale”. Il direttore regionale Piemonte Sud e Liguria Intesa Sanpaolo Andrea Perusin aggiunge che il sistema imprenditoriale piemontese è robusto e ha dimostrato di saper reagire con determinazione alle ultime crisi, ma la realtà continua ad essere complicata. “La consueta survey sui nostri gestori, con indicazioni su circa 41mila imprese, rivela che, se le attese sul fatturato sono positive per effetto dell’aumento dei prezzi, redditività e investimenti sono invece in affanno, condizionati dalla questione energia incombente e dall’aumento inatteso dei costi. Eppure, questo è il momento di restare lucidi e imprimere un’accelerazione agli investimenti in sostenibilità, innovazione, tecnologia, digitalizzazione: ambiti non più rinviabili, al centro anche dei filoni d’intervento del PNRR. Intesa Sanpaolo si propone come partner affidabile e solvibile, mettendosi a disposizione anche delle imprese meno strutturate per aiutarle a cogliere appieno vantaggi e potenzialità del piano. Sosteniamo con nuove misure straordinarie tanto le esigenze di liquidità quanto gli investimenti strategici, anche grazie alle garanzie pubbliche. Il plafond stanziato quest’anno per le imprese ammonta a oltre 20 miliardi di euro di cui 12 miliardi destinati a fronteggiare i rincari di gas ed energia e favorire l’indipendenza energetica, 4 per la transizione digitale, 3 per l’agribusiness, 1,2 per il turismo. Continueremo a valorizzare filiere, distretti, apertura ai mercati esteri, punti di forza comprovati del made in Italy. In tema di crediti fiscali legati alle ristrutturazioni, altro tema caldo, Intesa Sanpaolo ha già acquisito 9 miliardi e ora è pronta con nuovi strumenti per le ricessioni: siamo in contatto con le prime imprese acquirenti e auspichiamo che sempre più aziende decidano di operare in tal senso insieme a noi”.
La regional manager nord ovest di UniCredit Paola Garibotti ha illustrato il piano d’azione ‘UniCredit per l’Italia’ per aiutare le famiglie e le PMI in Italia con lo stanziamento di 8 miliardi di euro a sostegno dell’economia italiana: “E di questi più di 800 milioni sono riservati al nostro territorio. Il complicato contesto internazionale sta avendo come sappiamo tutti effetti negativi sui redditi e i risparmi delle famiglie italiane, causati in particolare dagli aumenti eccezionali dei costi dell’energia e delle materie prime che stanno determinando una significativa spinta inflattiva. Come banca vogliamo continuare ad aiutare concretamente le famiglie, le comunità e le imprese a mitigare l’impatto economico, assicurando anche la liquidità necessaria ad affrontare la complessa congiuntura attuale. Tutte le nostre azioni – sia che si tratti di concedere un prestito o un mutuo, sia che si tratti di offrire flessibilità finanziaria con meno spese – sono pensate per dare alle persone il sostegno di cui hanno bisogno quando ne hanno bisogno. Questo impegno che ci siamo presi, non è mai stato così importante come ora. Inoltre, per un settore trainante per l’economia del territorio come è quello turistico ed enogastronomico, UniCredit ha aderito, prima banca in Italia, alla Convenzione siglata tra Ministero del Turismo, CDP e Abi per finanziamenti agevolati a favore di interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale per le strutture del comparto. UniCredit mobiliterà così per il settore del turismo un ulteriore miliardo che si aggiunge al plafond da 5 miliardi già stanziato con il programma “Made4Italy” per le imprese del settore turistico e agroalimentare nel triennio 2022-2024, nell’ambito dell’iniziativa PNRR Solutions di UniCredit. UniCredit nel perimetro Italia nel primo semestre 2022 ha ottenuto una performance molto positiva, generando ricavi netti pari a 4,4 miliardi, in crescita del 13% anno su anno, un utile ante imposte di 2,2 miliardi (+42% anno su anno). Ebbene il Nord Ovest contribuisce ai risultati di UniCredit del I semestre con Ricavi Netti di 422 mln €. Interessante sottolineare come contributo al sostegno e allo sviluppo di famiglie e imprese l’erogazione di nuova finanza per oltre 1.300 mln di euro”.