Autore Redazione
lunedì
10 Ottobre 2022
05:00
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Cronaca - Alessandria

Pillola gratis alle under25. Il Primario Dealberti: “Sarebbe un primo passo ma arriviamo anche a spirali e preservativi”

Pillola gratis alle under25. Il Primario Dealberti: “Sarebbe un primo passo ma arriviamo anche a spirali e preservativi”

ALESSANDRIA – Cinquantuno anni fa una piccola pillola ha rivoluzionato la vita sessuale delle donne, dando anche all’altra metà della coppia la possibilità di decidere se e quando avere figli.  Quello che tutt’ora è uno dei metodi più sicuri per evitare una gravidanza indesiderata resta però un lusso che troppe donne non possono permettersi.

Nel 2016 l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha riclassificato le pillole anticoncezionali dalla fascia A (farmaci essenziali e gratuiti) alla fascia C. La pillola, da allora, non è più rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale ed è completamente a carico del cittadino.

Comprare una confezione delle moderne pillole anticoncezionali oggi può costare da 10 e fino a 20 euro. E proprio il prezzo spesso diventa ostacolo alla contraccezione, non solo per le più giovani ma, in generale, per chi è in difficoltà economica.

In alcune regioni, Toscana, Puglia, Lombardia ed Emilia-Romagna, le donne fino a 24 o 25 anni possono già ottenere la pillola gratuitamente nei consultori e con loro anche chi ha interrotto una gravidanza (per i 2 anni successivi) e le donne disoccupate. Nel resto dell’Italia, e nel resto dei casi, i contraccettivi sono a carico della donna o della coppia.

L’Aifa, nei giorni scorsi, ha avviato le trattative con le case farmaceutiche per assicurare gratuitamente la pillola anticoncezionale a tutte le donne sotto i 25 anni. L’eventuale “svolta” richiederà dei tempi tecnici ma sarebbe importante e auspicabile” secondo Davide Dealberti, Direttore di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Alessandria e segretario provinciale dell’Aogoi, Associazione degli ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani.

Innanzitutto, per assicurare alle donne la possibilità di accedere a “un contraccettivo sicuro” che, in molti casi ha anche “una funzione terapeutica”, ad esempio per le donne che soffrono di endometriosi, dismenorrea primaria o cicli metrorragici.

La pillola gratis per le under25, ha aggiunto il medico, potrebbe ridurre “in via preventiva” il tasso di accesso all’interruzione di gravidanza volontaria tra le più giovani. Negli ultimi 30 anni, ha precisato il Primario della Ginecologia di Alessandria, gli aborti nel nostro Paese si sono più che dimezzati. Dalle 230 mila interruzioni di gravidanza conteggiate nel 1982 oggi siamo sotto i 70 mila casi e questo proprio grazie alla contraccezione e, negli ultimi anni, anche al libero accesso alla cosiddetta “pillola del giorno dopo”.

Con la gratuità dei contraccettivi non si vuole intervenire sul diritto all’aborto” che è “sancito dalla legge”, ha chiarito il dottor Dealberti. “Prevenire un’interruzione volontaria di una gravidanza è però “un auspicio che hanno i medici e che secondo il Direttore di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Alessandria “dovrebbe avere” anche la Sanità Italiana.Le donne che decidono di abortire hanno spesso un vissuto psicologico, prima o dopo, che si potrebbe evitare prevenendo quella situazione”. Senza contare che in Italia, è ancoracomplicato” accedere all’aborto. “Non tutti gli ospedali garantiscono l’interruzione volontaria di gravidanza e altri magari non hanno uno staff adeguato come numero di medici, spesso anche a causa di retaggi culturali”.

Nel nostro Paese si fa ancora fatica anche ad accedere all’aborto farmacologico. Ci sono forti oscillazioni da regione a regione ma, in media, ha spiegato il medico, le interruzioni volontarie di gravidanza con la Ru486 sono circa il 35%. In altri Paesi, come nella vicina Francia, le richieste arrivano all’85%.Molte volte i ginecologici preferiscono l’interruzione chirurgica nonostante sia ormai dimostrato che quella farmacologica riduce il rischio di complicanza. Cè poi il problema del tetto settimanale che, per l’interruzione farmacologica, è inferiore rispetto al limite delle 12 settimane previsto per quella chirurgica. Le donne, a volte, si accorgono in ritardo della gravidanza oppure non c’è disponibilità negli ospedali ed escono dal periodo consentito per la prescrizione della Ru486. In più, sebbene la normativa nazionale, e anche quella del Piemonte, acconsentano al trattamento in Day Hospital, nella realtà accade che, per motivi organizzativi e a discrezione della direzione sanitaria, l’aborto farmacologico venga ancora effettuato in regime di ricovero”.

La pillola contraccettiva, oltre a prevenire il rischio di gravidanza indesiderata ed ad aiutare le donne che hanno cicli irregolari o molto dolorosi, riduce anche il rischio di sviluppare alcune tipologie di tumori femminili: “È un falso mito che con la pillola una donna si bombardi di ormoni. Oggi i dosaggi sono diversi da quelli delle pillole di prima generazione e i dati dell’Oms sono chiari. In determinate situazioni la pillola estroprogestinica comporta una riduzione del fattore di rischio di ammalarsi di tumore all’endometrio, all’ovaio e al collo dell’utero di oltre il 50% se utilizzata per oltre 10 anni. Per quanto riguarda il tumore alla mammella c’è un modesto aumento del rischio ma tale da non giustificare, dopo accurata visita specialistica, la prescrizione”.

Sul fronte della contraccezione l’Italia “non è tra i Paesi europei più brillanti e per il Direttore di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Alessandria garantendo almeno la pillola alle under 25 il nostro Paese potrebbe cominciare a recuperare terreno. Si tratterebbe comunque “di un primo passo”.

L’auspicio del ginecologo, infatti, è che il Sistema Sanitario Nazionale possa contribuire a coprire le spese anche di altri metodi contraccettivi di ultima generazione, come i dispositivi sottocutanei e le mini-spirali che possono essere usate anche da ragazze giovani che non hanno mai avuto figli e che garantiscono una copertura contraccettiva fino a 5 anni: “Alcuni oggi sono molti cari, arrivano a costare anche 200/300 euro e questo, ovviamente, ne limita la scelta. Oltre alla pillola e a tutto il nuovo mondo di metodi contraccettivi, a mio avviso andrebbero resi gratuiti anche i preservativi. Ancora oggi circa il 20% della popolazione in età fertile fa ricorso al coito interrotto per evitare una gravidanza, senza contare che la pillola e altri metodi contraccettivi non mettono al riparo dalle malattie sessualmente trasmissibili come invece fanno i preservativi”.

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