Autore Redazione
lunedì
24 Ottobre 2022
11:41
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Cronaca - Alessandria

Imprese: per Confartigianato Piemonte “Siamo nel pieno di economia di guerra, calano assunzioni”

Imprese: per Confartigianato Piemonte “Siamo nel pieno di economia di guerra, calano assunzioni”

PIEMONTE – “La nostra ultima indagine congiunturale è un bollettino di guerra, molte imprese navigano a vista strozzate da bollette che rappresentano un cappio al collo che spegne silenziosamente le loro prospettive di vita“. Così il presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Giorgio Felici, che in occasione delle celebrazioni per i 50anni dell’associazione, sottolinea “i dati registrano un calo dell’occupazione del 5%, l’ipotesi di assunzione di apprendisti registra una flessione di circa 8 punti, 1200 imprese artigiane che hanno chiuso nell’ultimo anno, una propensione agli investimenti pari a zero e un peggioramento del carnet ordini’”.

Siamo nel pieno di una economia di guerra, una situazione più preoccupante di quella che fu l’austerity conseguente alla crisi petrolifera dei primi anni ‘70. Dobbiamo superare il modello fordista e ricreare l’impresa diffusa, le potenzialità ci sono, bisogna solo lavorare“, ha aggiunto Felici che ribadisce le richieste prioritarie della categoria al governo. “È necessario agire per ridurre la pressione fiscale, per abbattere il caro energia e per attuare tutti gli obiettivi del Pnrr e le riforme collegate, giustizia, appalti e fisco“.

Nella programmazione dell’economia la politica non può essere autoreferenziale – ha concluso Felici – occorre recuperare capacità di ascolto altrimenti si rischiano leggi inapplicabili, norme che non servono a nulla e declamate come se fossero soluzioni. Abbiamo apprezzato sforzo messo in campo di questo periodo per fronteggiare il caro bollette e il rincaro delle materie prime ma dobbiamo lamentare l’assoluta insufficienza. Serve prevedere un credito di imposta reale del 50%, è fondamentale proseguire nella pressione verso la Ue affinché si trovi un’intesa su un ‘price cap’, e puntare all’auto produzione energetica per mettere a riparo il sistema produttivo dalle oscillazioni del mercato e dalle speculazioni sul costo dell’energia“.

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