10 Novembre 2022
10:01
L’agricoltura alessandrina tiene anche nel 2022 nonostante la crisi e un futuro difficile
ALESSANDRIA – L’agricoltura alessandrina si è difesa anche quest’anno, nonostante le condizioni climatiche difficili per la perdurante assenza di piogge che hanno sottoposto a un pesante stress tutte le coltivazioni, causando una sensibile riduzione della produzione di mais, prative e foraggere. Hanno invece tenuto meglio le produzioni cerealicole invernali come il grano e l’orzo mentre i raccolti di frutta, nocciole e uva hanno segnato un leggero calo con livelli qualitativi comunque buoni e anche punte di eccellenza.
Le quotazioni di quasi tutte le produzioni agricole, in particolare dei cereali e del riso, hanno fatto registrare aumenti significativi, seppure penalizzati dai rincari dei costi dei mezzi tecnici e dell’energia, come la corrente elettrica, gas e carburanti, sono stati particolarmente pesanti.
“Il bilancio complessivo – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – è positivo, ma il futuro è incerto per quanto riguarda la tenuta dei prezzi agricoli all’origine. L’aumento dei costi energetici preoccupa le imprese, soprattutto quelle zootecniche, che a fronte dei rincari dei mangimi e dei foraggi e di un modesto aumento del valore delle produzioni di carne e latte non riescono più a far quadrare i conti“.
“In linea con quello che è l’andamento regionale, anche per la provincia di Alessandria l’annata agraria è stata migliore di quanto non ci si attendesse dalle premesse – dichiara la presidente di Confagricoltura Alessandria, Paola Maria Sacco. In alcuni casi, come per il settore vitivinicolo, la qualità dei prodotti ha sopperito quelle che sono state le minori quantità dei raccolti, pur non compensando la minore redditività delle aziende, a causa del considerevole aumento dei costi di produzione“.
“Le prospettive future, a causa dei mutamenti climatici da un lato e dall’incertezza legata al mercato internazionale dall’altro, non sono rosee. Sono ancora tante le criticità da affrontare, a partire dalla gestione della fauna selvatica e delle risorse idriche. Sul fronte della presenza degli ungulati, il nostro territorio ha dovuto affrontare l’epidemia da peste suina, fortunatamente confinata per il momento ma chiediamo alle istituzioni una presa di posizione forte, che ci rassicuri sull’effettiva volontà di contrastare l’abnorme diffusione dei cinghiali“, conclude il direttore di Confagricoltura Alessandria, Cristina Bagnasco.
Il bilancio di quest’anno segna tuttavia un altro calo delle imprese agricole, che, negli ultimi cinque anni, hanno fatto registrare una contrazione delle attività di circa il 13%, passando da 46.667 unità del 2018 a 40.866 di quest’anno; di conseguenza è aumentata la superficie media aziendale, che ora si assesta a 22,5 ettari. Crescono invece gli addetti agricoli, che a giugno di quest’anno erano 81mila, con un netto incremento rispetto ai 63mila medi del 2021, in controtendenza rispetto al dato nazionale che vede gli occupati del settore primario in diminuzione. Stabile il numero dei giovani agricoltori: nel 2021 i giovani sotto i 41 anni di età rappresentavano il 13,7% del totale dei titolari delle imprese agricole, mentre quest’anno sono il 14% (6.041 aziende).
Lanciando uno sguardo fuori dai confini nazionali, Confagricoltura rileva come la nuova politica agricola comunitaria, che impone vincoli ambientali sempre più stringenti, il conflitto russo ucraino, l’aumento dei costi produttivi e il peso degli oneri energetici in forte aumento, gli aumenti del costo del gasolio, dei fertilizzanti e delle materie prime mettono in difficoltà il settore primario piemontese, caratterizzato da produzioni di qualità che richiedono importanti apporti di manodopera.
“Di fronte a cambiamenti epocali, è necessario affidarsi alla ricerca e alle nuove tecnologie. Le nostre imprese si stanno impegnando ogni giorno per contrastare questa congiuntura sfavorevole. Alla politica regionale chiediamo interventi rapidi, procedure snelle e un contributo coordinato per la valorizzazione delle nostre produzioni, per consentirci di superare la crisi nell’interesse dell’agricoltura e del territorio” dichiara la presidente, Paola Maria Sacco di Confagricoltura.
“Negli ultimi decenni le politiche europee hanno chiesto agli agricoltori di produrre di meno: oggi dobbiamo tornare a produrre di più – sottolinea Lella Bassignana, Presidente AGRIPIEMONTEFORM, ente per la formazione professionale e direttore di Confagricoltura del Piemonte che ha elaborato i dati dell’annata agraria. Il mondo agricolo ha bisogno di: investire in ricerca (Enti di ricerca, Università, aziende) per varietà resistenti alla siccità e alle fitopatologie promuovendo nuove forme di miglioramento genetico; avviare velocemente la fase operativa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per una rete idraulica in grado di rispondere ai cambiamenti climatici, per incrementare la percentuale di acqua piovana che oggi riusciamo a trattenere in bacini con funzioni di riserva idrica e limitare le perdite dei canali; potenziare percorsi di formazione per la qualificazione e la specializzazione del personale e corsi di aggiornamento per dirigenti agricoli”.