16 Dicembre 2022
05:44
Piemontesi sempre più vecchi e in calo. Il 18% dei pensionati con pensione inferiore a 500 euro
PIEMONTE – Continua a diminuire la popolazione in Piemonte, una tendenza che neppure l’afflusso degli stranieri riesce a fermare: rispetto al 2017 il calo è del 3%. Per contro, i piemontesi sono sempre più vecchi. La fotografia emerge dal bilancio sociale 2022 dell’Inps del Piemonte che, in tema di lavoro, evidenzia come le cessazioni di lavoratori a tempo indeterminato siano sempre superiori alle assunzioni a tempo indeterminato e, quindi, come lo spostamento del mondo del lavoro verso il precariato sembri non arrestarsi. Anche la parità di genere è piuttosto lontana, evidenzia l’Istituto di previdenza, continuano, infatti, gli uomini a essere preferiti nelle assunzioni alle donne, un dato che si accentua se si confrontano le retribuzioni, con i primi che percepiscono compensi superiori del 32% rispetto alle seconde.
Dopo la battuta d’arresto del 2020, in Piemonte è tornato a crescere il numero dei lavoratori dipendenti, con un incremento, nel 2021 del 4,9% rispetto al 2017 e anche la forte riduzione delle retribuzioni subita nel 2020 rispetto al 2019, a causa del massiccio ricorso alla cassa integrazione, è stata quasi interamente recuperata nel 2021. Le retribuzioni medie mensili dei piemontesi ammontano a 1.820 euro e sono superiori di circa 138 rispetto al dato medio nazionale. Sul fronte pensionistico, in Piemonte il numero di pensionati e di poco superiore al milione e 250 mila unità, in calo del 2,1% rispetto al 2016.
L’importo delle pensioni minime percepite nella regione è più elevato rispetto alla media nazionale tuttavia il 18% dei pensionati riceve una pensione inferiore a 500 euro al mese. L’importo medio mensile piemontese è pari a 1.740 euro per beneficiario ma anche in questo caso, come nelle retribuzioni, gli importi percepiti dagli uomini crescono in misura maggiore rispetto a quelli delle donne: 1.482 euro per gli uomini contro 819 per le donne, con un differenziale, nel 2021, del 44,7% a favore dei primi.
Per quanto riguarda, poi, quota 100 e reddito di cittadinanza, nel 2021 le domande di quota 100 sono risultate inferiori rispetto al 2020, che a sua volta era risultato inferiore rispetto al 2019. Inoltre lo strumento ha interessato più il mondo del lavoro pubblico che quello privato: a fronte del 12,3% dei lavoratori piemontesi attivi nel settore pubblico, le domande presentate sono state il 27,4%. L’accesso al reddito di cittadinanza, invece, in Piemonte è stato inferiore rispetto alla media nazionale: nel 2021 nella regione i beneficiari sono stati quasi 184 mila. E sempre lo scorso anno, le domande di Naspi sono state circa 8000 in meno rispetto all’anno precedente mentre la percentuale di quelle respinte si attesta nel 2021 su 7,16%, in linea con il risultato del 2020.