20 Dicembre 2022
05:08
“Situazione indecente”: una cittadina e le difficoltà della sanità territoriale, tra telefonate a vuoto e disagi
ALESSANDRIA – “Alla fine bisogna sperare di stare sempre bene“. Questa l’amara considerazione di una cittadina di Alessandria che, ai microfoni di Radio Gold, ha raccontato con esempi concreti le difficoltà della medicina territoriale, quel fondamentale sistema cuscinetto che dovrebbe limitare il ricorso al Pronto Soccorso. La donna si è concentrata, in particolare, sulla situazione dei medici di base, definita “indecente“: “Per ritirare un farmaco salvavita un anziano deve per forza recarsi di persona. Succede lo stesso se si sta male perché le segretarie staccano i telefoni altrimenti non riescono a gestire i tanti pazienti che arrivano. Evidentemente c’è un problema di mancanza di personale. Quasi più nessun medico di famiglia, poi, visita a domicilio, neanche se il paziente ha la febbre alta. Questa è la mia esperienza ma ho saputo che avviene spesso”.
La pandemia covid ha poi, secondo la donna, reso tutto ancor più complicato: “Mi risulta che ora, per essere visitati dal proprio medico di famiglia, sia obbligatoria la prenotazione. Ma se una persona ha una urgenza come deve fare?”. Problematico poi, secondo la nostra ascoltatrice, se a stare male è un bimbo: “È capitato che mio figlio avesse una forte tosse nel fine settimana, ho dovuto chiamare la guardia medica. In quel momento, però, non c’era un pediatra e mi è stato consigliato di andare al Pronto Soccorso. A quel punto ho contattato un medico privato. Non tutte le famiglie, però, possono permetterselo. Alla fine il dottore ha riscontrato una bronchite, non una patologia da sottovalutare ma che, di sicuro, si può curare anche senza andare all’Ospedale”.
Foto di repertorio