12 Gennaio 2023
14:38
Ancora chiusa la piscina della Scuola di Polizia. Il Siulp: “Incomprensibili ritardi. Già a novembre si poteva riaprire”
ALESSANDRIA – Il Siulp, il sindacato unitario dei lavoratori Polizia, denuncia “incomprensibili ritardi” per la riapertura della piscina della Scuola di Polizia di Alessandria. Arrivati a gennaio del 2023, l’impianto natatorio è ancora chiuso, nonostante già da alcuni mesi la gestione della struttura sia stata affidata alle Fiamme Oro. In base alle informazioni raccolte dal sindacato, già a novembre ci sarebbero state “tutte le condizioni tecniche” per riaprire l’impianto e le “vicissitudini” della piscina della Scuola di Polizia Alessandria avrebbero ormai assunto i toni di “Aspettando Godot” commedia dell’assurdo in cui i vari personaggi sono condannati a “una irritante attesa”, come tutte le persone che attendono di poter tornare a nuotare nella piscina della “Cardile”. “Dopo anni di inutili denunce – sottolinea il Siulp – riteniamo che in questa vicenda si sia andati ben oltre gli ambiti suscettibili di configurare responsabilità erariali. E per questo siamo intenzionati a formalizzare una nostra documentata segnalazione alla giurisdizione contabile onde vedere se qualcuno, finalmente, si renderà conto dell’elefante che c’è nel corridoio, ed assumerà consone determinazioni. Ma nel frattempo crediamo indifferibile un fermo intervento di chi di dovere”. Come ricostruito dal Siulp: “Per qualche decina di anni l’impianto natatorio in narrativa, grazie alla capacità organizzativa e manageriale della società sportiva che lo aveva in gestione, è stato un centro di formazione sportiva di eccellenza per l’intera provincia di Alessandria, sguarnita di strutture con analoghe potenzialità. Oltre all’elevato livello agonistico raggiunto da numerosi atleti che si allenavano in quella piscina, che di riflesso ha dato lustro all’Amministrazione, l’accordo con la società di gestione prevedeva anche l’accesso a condizioni di estremo favore al personale della Polizia di Stato ed ai rispettivi congiunti. Sennonché, nel 2020, l’Amministrazione decide di interrompere la convenzione in essere spiegando alla società Swimming Club che era opportuno, se non addirittura necessario, affidare la gestione attraverso una procedura ad evidenza pubblica. E fin qui nulla di male. I problemi cominciano nel momento in cui non viene dato seguito alle indicazioni della allora Direzione Centrale per gli Istituti di Istruzione. Nella nutrita corrispondenza agli atti si trova infatti traccia di una nota – a firma del coevo Direttore Centrale degli Istituti di Istruzione – protocollata in data 8 aprile 2020, nella quale, ferma restando la proroga nell’affidamento stante la concomitante pandemia da Covid 19, si assicurava “che a partire dal mese di gennaio 2021 il Direttore della Scuola darà avvio alle previste procedure ad evidenza pubblica per la rinegoziazione dell’attuale convenzione, che non escludono comunque la partecipazione dell’A.D.S. Swimming club Alessandria”, società sportiva che, per l’appunto, si era fino ad allora occupata dell’attività in questione.
Evitiamo, per amore di brevità, di riproporre il fitto intreccio di ulteriori scambi epistolari da allora intercorso. Basta qui segnalare come, nonostante il tempo trascorso, non sia mai stata avviata alcuna procedura ad evidenza pubblica. Né nel gennaio del 2021, né successivamente. Di proroga in proroga arriviamo al 31 agosto 2022, data in cui cessa definitivamente il rapporto con la società Swimming Club. Di tal che, per alcune settimane, l’impianto è rimasto privo di qualunque tipo di manutenzione. Non ci è voluto molto, complice anche l’elevatissima temperatura esterna, perché si manifestassero i primi effetti dello stato di abbandono, con comparsa di formazioni vegetali su tutto il perimetro della piscina e progressivo ammaloramento delle infrastrutture.
Fortunatamente il neo insediato staff di Direzione dell’Ispettorato Scuole ha dimostrato una più che apprezzabile sensibilità e, con repentina svolta, ritenendo che i tempi richiesti per la procedura pubblica avrebbero provocato guasti non più recuperabili, ha optato per il coinvolgimento diretto delle Fiamme Oro. Il ritardo e la temporanea interruzione dell’attività dell’impianto ha però provocato spese notevoli, quali quella di dover ripristinare tutte le infrastrutture ed i macchinari, stimabili intorno ai 20 mila euro. Non solo. Le Fiamme Oro, confidando nella solerte riapertura della piscina, si sono prodigate anche mettendo immediatamente a disposizione della Scuola le necessarie risorse umane, aggregando sin da subito alcuni operatori muniti dei titoli richiesti per presidiare l’attività natatoria. Questa spinta corale ha fatto sì che, sempre dalle informazioni in nostro possesso, già nel mese di novembre ci fossero le condizioni tecniche per poter riaprire l’impianto. Una ipotesi suffragata anche dalle dichiarazioni rilasciate – e verbalizzate – dal Direttore della Scuola nel corso di un incontro con le SS. della prima metà del mese di ottobre 2022.
Queste le premesse. Veniamo ai giorni nostri. Non comprendendo le ragioni per le quali, ancora oggi, la piscina non risulti accessibile all’utenza, abbiamo cercato di capire quali fossero gli eventuali ulteriori residuali ostacoli che – non potendo essere riconducibili a motivi tecnici visto che la funzionalità della piscina era stata pienamente recuperata – non potevano che essere di natura burocratica. Da quanto informalmente appreso abbiamo maturato il convincimento che ci sia un Signor Godot che ha bisogno di essere stimolato a fare la sua comparsa in scena, onde evitare che si perpetui questo sconcertante dispendio di risorse pubbliche. L’imputabilità delle quali, beninteso, non siamo in grado di attribuire, né è nostro compito farlo. Anche se qualche idea in proposito ce l’abbiamo. Ci permettiamo solo di segnalare come non appaia irrilevante constatare come nessuna delle altre decine di aperture di nuove Sezioni territoriali inaugurate dalle Fiamme Oro abbia dovuto fare i conti con impedimenti altrettanto sfuggenti.
Resta il fatto che, nelle more della rimozione di questi fantomatici ed inafferrabili motivi ostativi alla riapertura, l’Amministrazione deve continuare a farsi carico delle spese per la manutenzione dell’impianto, pari a svariate migliaia di euro al mese, e di quelle per il personale delle Fiamme Oro aggregato. Oneri che, ove dovessero emergere precise responsabilità, l’accertamento delle quali siamo espressamente a chiedere, si configurerebbero come danni erariali.
E si imporrebbe allora l’adozione di ogni conseguente determinazione nei confronti di chi ha contribuito a provocarli. Pertanto, con preghiera di inoltrare la presente a tutte le articolazioni competenti, quindi anche quelle preposte all’attività ispettiva, restiamo in attesa che l’Autorevole organo di mediazione in indirizzo sia in grado di stimolare chi di dovere onde porre rimedio all’ostinata latitanza del Godot de noantri, contribuendo a rendere nuovamente utilizzabile uno dei pochi impianti sportivi di livello elevato di cui ancora la Polizia di Stato può far vanto”.