Autore Redazione
venerdì
27 Gennaio 2023
05:00
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Cronaca - Casale Monferrato - Novi Ligure

Rooming-in. I medici degli Ospedali di Novi e Casale: “I benefici sono molti e le mamme non sono lasciate sole”

Rooming-in. I medici degli Ospedali di Novi e Casale: “I benefici sono molti e le mamme non sono lasciate sole”

NOVI LIGURE/ CASALE MONFERRATO – Anche nei punti nascita delle strutture ospedaliere della provincia di Alessandria le neomamme possono stare in stanza con il loro bambino subito dopo il parto e per tutta la degenza in ospedale.

Il “rooming -in“, al centro del dibattito dopo la morte del neonato all’Ospedale Pertini di Roma, è una “pratica consolidata, da anni” all’Ospedale di Novi Ligure, ha spiegato Marcella Capeto, Responsabile della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia.

Al San Giacomo lo scorso anno i parti sono stati 547 e sono già 46 i bambini nati dall’inizio del 2023, di cui tre venuti alla luce nelle ultime 24 ore.  Il tragico episodio accaduto al Pertini non ha spinto le donne che hanno partorito a Novi in questi ultimi giorni a rinunciare al “rooming-in“: “Come abbiamo sempre fatto – ha spiegato la dottoressa Capeto – noi chiediamo alla puerpera se si sente di tenere il bambino e assecondiamo le sue esigenze. Tendenzialmente, però, è la neomamma a volerlo in camera. Anzi, quando ritardiamo, magari perché il pediatra sta terminando la visita, di solito veniamo sollecitati “.

Al San Giacomo di Novi il rooming-in è sempre fatto sotto la “vigilanza” di ostetriche, infermiere, e puericultrici, ha precisato il medico. Sono complessivamente 15 le infermiere del Nido, 7 quelle che si muovono tra Ostetricia e Ginecologia e ci sono poi 13 ostetriche, oltre alle due coordinatrici presenti da mattina a metà pomeriggio. In tutto sono 20 i posti letti nel reparto. Non c’è un protocollo “standard” per i controlli, quindi una sorta di passaggio programmato in stanza, ma il personale è “solerte” anche a rispondere alle chiamate delle neomamme: “È molto attento e presente, anche nelle ore notturne“. I “benefici” del rooming-in per  la Responsabile della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia di Novi sono “molti” e dimostrati in diversi studi “certificati“. Avere in stanza il bambino non vuol dire, però, “dormire” nello stesso letto con il neonato: “Bisogna stare attenti al cosiddetto co-sleeping. Il contatto tra mamma e bambino è fondamentale ma noi medici, a parte il momento dell’allattamento, consigliamo sempre di tenere il neonato nella culla “.

Anche le mamme che partoriscono all‘Ospedale di Casale Monferratoda anni” hanno la possibilità di stare da subito in stanza con il loro bambino. Al Santo Spirito i parti sono, in media, 300 all’anno, ha spiegato Piero Grassano, Primario di Ginecologia e Ostetricia. Anche quando il covid ha blindato gli accessi in molti ospedali italiani, a Casale si è fatto il possibile per assicurare la “migliore assistenza” alle neomamme e ai loro bambini, ha sottolineato il Primario: “Abbiamo sempre concesso l’accesso alla sala parto ai papà, ovviamente previo tampone e utilizzo di tutti i Dpi”. Ora le restrizioni si sono ulteriormente allentate e chi partorisce a Casale, oltre alle visite durante gli orari consentiti, può contare sull’assistenza dei papà, o di un caregiver, durante la prima notte dopo il parto, in particolare dopo un cesareo. Da questa estate, poi, “nel cuore” del reparto di Ginecologia Ostetricia c’è anche un nuovo micronido: “L’assistenza alle neomamme e ai loro bambini è intensiva, anche nelle ore notturne e con il nuovo nido le vigilatrici sono davvero pochi passi dalle stanze di degenza“, ha aggiunto il dottor Grassano.

Per il Direttore della Ginecologia Ostetricia dell’Ospedale Casale il “rooming-in” porta “benefici” e va favorito ma “nelle condizioni che lo consentano“. Un pensiero condiviso anche da Marco Aicardi, Direttore della Pediatria dell’Ospedale del Santo Spirito di Casale e del San Giacomo di Novi Ligure . Il primo legame tra mamma neonato, ha ricordato il dottor Aicardi, si facilita subito dopo il parto con lo “skin-to-skin”. Terminati i controlli del pediatra, il neonato viene appoggiato sul petto della madre e mamma e bambino restano poi “pelle a pelle” per le prime due ore. Entrambi vengono poi trasferiti in stanza dove inizia il “rooming-in”: “Una mamma particolarmente stanca, o magari dopo un cesareo, può tenere il bambino attaccato al seno stando sdraiata nel suo letto. Le società scientifiche italiane d’area perinatale sconsigliano però il “co-sleeping“, ossia dormire nel letto con il bambino. La mamma, quindi, al termine della poppata dovrebbe riporre il neonato nella culla e farlo soprattutto quando non sono presenti famigliari oppure operatori sanitari ad assisterla”.

Bisogna prestare attenzione anche quando si allatta o si coccola il bambino da sdraiate. In particolare,  ha precisato il Direttore della Pediatria degli Ospedali di Novi e Casale, in caso spossatezza della madre o di altri fattori che potrebbero alterarne lo stato di coscienza, come l’assunzione di alcuni farmaci o alcol ma è sconsigliato anche in caso di obesità grave della madre o se il bambino è nato pretermine o con un peso inferiore a 2,5 Kg:,Purtroppo non c’è solo la possibilità che la mamma si addormenti perché stremata e soffochi il neonato. Esiste anche il collasso improvviso del neonato e per questo, se ci sono fattori di rischio non viene praticato e viene sconsigliato anche il co-bedding”.

Demonizzato negli ultimi giorni“, il rooming-in per il Direttore della Pediatria degli Ospedali di Novi e Casale ha benefici “estremamente importanti” che non vanno sminuiti dopo quanto accaduto all’Ospedale Pertini : “Favorisce il legame tra mamma e neonato, aumenta “mostruosamente” le possibilità di successo dell’allattamento al seno, migliora l’umore della donna, aiuta a prevenire la depressione post parto, che è una evenienza tutt’altro che rara, e tranquillizza il neonato che si trova in un mondo per lui tutto nuovo. Il rooming-in, inoltre, é un processo attivo e non passivo perchè è vigilato da infermiere e ostetriche. Mamma e bambino non sono abbandonati. Sia a Novi che a Casale il personale è attento a vedere se una mamma è particolarmente stanca ma quello che ripetiamo sempre, e abbiamo anche recentemente scritto in un questionario che consegneremo alle mamme, è di dire se si è spossate o si ha qualsiasi altra difficoltà. Sarà il personale a prendersi cura del neonato, che starà al nido tutte le ore necessarie alla mamma per recuperare”.

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