23 Ottobre 2015
03:00
Rischio amianto in un cantiere a Sezzadio: intervengono i Carabinieri
SEZZADIO – La possibilità che tra i rottami e le macerie trattati dall’azienda Bioinerti di Sezzadio ci possa essere anche l’amianto ha allarmato i cittadini del paese e del circondario. Tutto è nato dal sequestro dell’area nella frazione di Cascina Borio, (vicina a quella sulla quale la ditta Riccoboni vorrebbe progettare una discarica, ndr) da parte del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, nell’ambito dell’operazione Triangolo. La Provincia di Alessandria, nel frattempo, ha avviato il procedimento di revoca alla ditta dell’autorizzazione per il recupero dei rifiuti. Si tratta di rottami derivati da demolizione di fabbricati che, attraverso dei macchinari, vengono poi venduti come sottofondo stradale e di piazzali. Ora il grande punto interrogativo riguarda l’eventuale presenza di amianto.
Nel frattempo i Comitati di Base della Valle Bormida hanno lanciato l’allarme, distribuendo circa 2mila volantini tra Sezzadio, Cassine, Orsara Bormida, Morsasco e Castelnuovo:
Il blitz compiuto dall’Arpa e dai Carabinieri al cantiere della Bioinerti che ha portato alla individuazione di una attività di smaltimento illegale di amianto e al sequestro dell’area, conferma tutti i nostri timori, ma non ci fa certamente piacere.
La presenza di amianto è un fatto gravissimo, per i rischi che comporta per la salute pubblica, e non ci piace il silenzio degli Enti Locali: il cantiere è sotto sequestro ormai da giorni e nessuno sa nulla né dice nulla ai cittadini.
I cittadini di Sezzadio hanno il diritto di sapere se esistono rischi per la loro salute, e in quale misura. Non possiamo fare a meno di pensare al continuo andirivieni di camion che si è verificato in paese negli ultimi mesi, anche di notte. Camion carichi di non si sa bene cosa, che sono transitati anche in centro al paese, anche davanti alle scuole. In una situazione come questa non è possibile lasciare nulla al caso: la salute dei cittadini va tutelata in ogni modo.
Per questo chiediamo: che sia immediatamente impedito ai mezzi pesanti il transito all’interno del paese, e che venga immediatamente effettuato, da tecnici specializzati, un esame approfondito del territorio, per valutare se dell’amianto sia stato disperso nell’aria, in quale percentuale, e con quali rischi per la popolazione, per valutare eventualmente l’opportunità di altri provvedimenti.
Chiediamo inoltre che, per una questione di trasparenza, sia resa nota la quantità di amianto rinvenuta nel cantiere della Bioinerti e che sia fatta luce sulla sua provenienza.
Infine, i recenti avvenimenti rendono indispensabile che si proceda ai carotaggi nelle cave poste sul territorio comunale, per verificare, fra l’altro, l’effettiva presenza delle 700 tonnellate di terre non trattate che erano state citate in una delle intercettazioni effettuate nell’ambito della “Operazione Triangolo”, e che si sospetta siano state tombate nell’area di Cascina Borio. Non a caso anche la Regione, all’inizio di giugno, aveva stabilito la necessità di procedere a dei carotaggi, che avrebbero dovuto prendere il via entro novanta giorni, termine purtroppo disatteso. Qui però è in gioco la salute pubblica: non si può perdere altro tempo.