Autore Redazione
venerdì
24 Febbraio 2023
10:08
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Cronaca - Alessandria

Tra le pagine del tempo. Recensione di “Da lontano” al Teatro Alessandrino

Il dolore e la cura nel testo scritto e diretto da Lucia Calamaro per Isabella Ragonese, presentato alla Stagione di Prosa del Comune di Alessandria e di PdV
Tra le pagine del tempo. Recensione di “Da lontano” al Teatro Alessandrino

ALESSANDRIA – Rimpianto, ma anche riparazione e ascolto in “Da lontano – Chiusa sul rimpianto”, testo che Lucia Calamaro ha scritto e diretto per Isabella Ragonese con la partecipazione di Emilia Verginelli. Lo spettacolo, prodotto da Infinito srl e Argot Produzioni, è stato presentato ieri 23 febbraio al Teatro Alessandrino, nell’ambito della seguitissima Stagione di Prosa del Comune di Alessandria e di Piemonte dal Vivo. Il prossimo appuntamento sarà giovedì 2 marzo con uno spettacolo appartenente al SEGMENTO OFF della stagione: “Fiction – Perdutamente Serial” con Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola della Coltelleria Einstein.

Il tempo in cui c’era l’Altro è passato” ha scritto il filosofo Byung-Chul Han, ma Isa, la protagonista di “Da lontano”, scombina le pagine del tempo e le riordina a modo suo, in una sorta di proiezione che supera barriere temporali e spaziali. Ormai adulta e forte dell’esperienza professionale di terapista, rivive momenti congelati nella sua mente da anni, quando non poteva comprendere a fondo né curare il dolore di sua madre, allora una giovane donna malata di tristezza. Isabella Ragonese dialoga con la madre/Emilia Verginelli, che rimane quasi sempre aldilà di una parete con una porta che talvolta si apre e rivela una luce fredda e innaturale (le scene sono di Katia Titolo). E’ una barriera che divide, che permette al contempo una comunicazione tra passato e presente, tra età adulta e infanzia, tra madre e figlia, ma anche tra rimpianto e riparazione. Scavo interiore, distacco terapeutico e un crescendo emotivo infine liberatorio segnano una scrittura precisa e ben calibrata, dove il tono drammatico è sapientemente dosato da momenti ironici. Isa si rivolge al pubblico, racconta del suo lavoro e della sua fobia nei confronti delle telefonate senza risposta, fa sorridere a più riprese. Si immerge poi in una dimensione senza tempo, dove la madre, ancora giovane e con una vocina querula, le risponde infastidita, mentre costruisce una finestra. E’ un passaggio continuo tra un dentro e un fuori separati da un muro concreto e simbolico sul quale, in alcuni momenti apicali, è proiettato in primo piano il volto della protagonista, con un effetto di crescente vicinanza/intimità. Isabella Ragonese è splendida nel mettere a nudo, con apparente semplicità, il nodo interiore irrisolto della sua Isa, la sua fragilità, il senso di solitudine che suscita il bisogno di sentirsi chiamare per nome. I suoi dialoghi con la madre, disturbati dal rumore di trapano, martello, carta vetrata, sono racchiusi in una bolla temporale e persino divertenti, in un intreccio di dramma e surreale incomunicabilità. Il tempo è passato, ma i nodi interiori si possono rielaborare e sciogliere, lasciandoli andare come da una finestra. Così Isa, “Chiusa sul rimpianto” come da titolo, nell’affrontare il peso del passato ritrova la leggerezza per vivere il presente, quella che permette di “non avere macigni sul cuore” (impossibile non citare Calvino). Un testo profondo, drammatico, che si gioca tra interiorità, empatia e distacco terapeutico.  Semplicemente perfetto.

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