1 Marzo 2023
18:18
Biometano, Legambiente e il Comitato contro l’impianto a Valenza: “Inaccettabile, materiale arriva da lontano”
VALENZA – “Inaccettabile“. Così Legambiente Ovadese insieme al Comitato No Biogas Valenza ha definito il progetto di impianto a biometano che potrebbe sorgere in strada alla Nuova Fornace. “Sarebbe una struttura “paracadutata” sul territorio, basata su flussi di Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano che arrivano da decine e centinaia di chilometri di distanza. Non solo rappresenterebbe un corpo estraneo ma rallenterebbe gli iter e la programmazione degli impianti necessari ai territori e le misure di miglioramento, ampliamento e corretta gestione della Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano che la provincia necessita e che da tempo sollecitiamo”.
“Chiediamo alle istituzioni e agli enti autorizzanti particolare attenzione quindi perché si arrivi ad una chiusura “negativa” dell’iter, calcolando che non a caso sia iniziato nel 2020 e abbia richiesto implementazioni e integrazioni che ne hanno variato profondamente i progetti in senso sostanziale, pur in presenza di elementi di localizzazione fortemente in contrasto col contesto territoriale”.
Legambiente e il Comitato di cittadini hanno invece ipotizzato quello che potrebbe essere un progetto di biometano “fatto bene“: “Servirebbe una buona pianificazione e il coinvolgimento dei cittadini. Il primo passo da fare è una pianificazione territoriale basata su un censimento della materia organica disponibile. Sia per capire meglio la tipologia di prodotto da valorizzare, sia per pianificare il numero e le dimensioni degli impianti, partendo dal settore della gestione dei rifiuti nelle diverse fasi della pianificazione. Imprescindibile, infatti, che gli impianti a biometano da rifiuti vengano integrati all’interno di un Piano Regionale dei Rifiuti, anche per mettere al riparo da situazioni in cui non si hanno o non si possono avere garanzie sulla disponibilità locale di materiale organico, parametro che incide molto sul livello di sostenibile degli impianti a bioenergie. A questo va aggiunta una valutazione delle tecnologie utilizzate (che non sono tutte uguali sotto il profilo delle emissioni climalteranti) e un bilancio complessivo di consumi ed emissioni di gas serra per evitare che i benefici siano marginali”.