Autore Redazione
mercoledì
8 Marzo 2023
05:00
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Cronaca - Alessandria

L’8 marzo non è una festa: l’ho capito a 9 anni

L’8 marzo non è una festa: l’ho capito a 9 anni

ALESSANDRIA – In occasione dell’8 Marzo, RadioGold ha deciso di raccogliere le esperienze di alcune donne della provincia che si sono trovate a combattere contro atteggiamenti fastidiosi e spesso intollerabili per capire quanto ci sia ancora da fare per portare allo stesso livello uomini e donne.  Dopo il vicesindaco di Alessandria, Marica Barrera, e la storia della pugile Sabrina Perinati, in questo 8 marzo anche la giovane speaker di RadioGold, Clarissa Deleani, ha scelto di condividere la sua esperienza.

Ho capito di essere diversa dagli uomini all’età di nove anni. Mi trovavo a una festa di compleanno. La famiglia della festeggiata aveva scelto come location una ludoteca, per me una novità, ero entusiasta.

MedeaQuel pomeriggio lo trascorsi in compagnia di un bambino. Il suo nome l’ho completamente rimosso, ricordo però che ci stavamo divertendo e che avevamo la stessa idea di gioco: adoravamo arrampicarci, scivolare, strisciare sul pavimento e nasconderci nella piscina di palline. Tutto questo lontano dallo sguardo severo dei genitori.

All’improvviso il bambino con cui mi stavo particolarmente divertendo mi afferrò dalla maglietta, mi toccò il petto e mi chiese con tono sarcastico: “non hai le tettine?”

Mi lasciò, si mise a ridere e in fine scappò via.

Io invece rimasi lì, accanto a uno scivolo, immobile e in imbarazzo.

La prima volta che provai vergogna per il mio corpo fu a quell’età.

Fino a quel momento mi ero sempre sentita uguale ai miei amici, a mio fratello, a mio papà.

Mi sentivo uguale anche a quel bambino. Eravamo vestiti allo stesso modo e ci piaceva giocare allo stesso modo. Non sapevo di essere diversa. Lui però a differenza mia, sapeva già di essere più di me.

Avevo pensato di raccontare quello che avevo subito a mia madre, ma sempre per imbarazzo decisi di non farlo. All’età di nove anni ho capito cosa significa sentirsi colpevole di una molestia subita.

Non so cosa stia facendo ora quel bambino, probabilmente non si ricorda nemmeno di me, io so solo che all’età di ventitré anni, per colpa sua, ma non solo sua, provo ancora imbarazzo per il mio corpo.

Nell’anno 2020, Save the Children aveva diffuso i risultati di un’indagine condotta per proprio conto da Ipsos su un campione di adolescenti tra i 14 e i 18 anni in Italia. Il 70% delle ragazze aveva dichiarato di aver subito molestie in luoghi pubblici e apprezzamenti sessuali, il 29% non sporge denuncia per paura della reazione e il 21% per vergogna. Tra i maschi invece, il 21% crede che le vittime di violenza sessuale possano contribuire a provocarla con il loro modo di vestire o con l’atteggiamento. Il 78% dei ragazzi crede che nella coppia sia l’uomo a dover proteggere la donna e quattro intervistati su dieci pensa che sia la donna a doversi sacrificare per il proprio partner e per la famiglia. Secondo l’Istat nel 2022 ci sono stati 120 femminicidi. In Italia una donna ogni tre giorni viene uccisa.

Converrete con me che oggi non c’è proprio un cazzo da festeggiare.

Dobbiamo smetterla di educare le figlie a essere sempre attente a tutto e a tutti, facendole sentire sbagliate, facendo provare loro paura di esistere già da bambine.

Insegniamo ai figli il rispetto verso il prossimo, verso le compagne di scuola e di gioco.

Insegniamo ai figli che le femmine non sono oggetti da toccare, da rompere, quando e come vogliono e che non esistono cose da femmina e cose da maschio.

Insegniamo ai figli che le femmine meritano solidarietà e libertà e ricordiamoci sempre che i bambini che cresciamo ed educhiamo oggi, saranno gli uomini di domani.

 

(In copertina l’illustrazione di Babaciino. “Tutti parlano delle donne, tutti le vogliono, tutti hanno opinioni su di loro: nessuno le ha mai viste per davvero.
Le si cerca disperatamente, si da loro la caccia come volpi o creature mitiche in possesso di grandi tesori – lo sanno tutti che ti ammaliano con lo sguardo e ipnotizzano con la voce. Le si portano doni bellissimi, che però non capiscono. E se rifiutano, le si cattura come pesci in una rete. A nessuno ancora è venuto in mente che forse si stavano facendo gli affari loro in santa pace, tranquille sul loro scoglio; e il pescato del giorno cresce sempre di più”).

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