23 Marzo 2023
05:16
Castelnuovo cede aree edificabili a Tortona. Il sindaco: “Stop al consumo di suolo”
CASTELNUOVO SCRIVIA – Castelnuovo Scrivia e Tortona sono i primi comuni in Piemonte ad aver intrapreso un percorso che permette, da un lato, di salvaguardare i terreni a destinazione agricola e di ridurre il consumo di suolo e, dall’altro, di proseguire con l’espansione del settore della logistica sul territorio.
La legge regionale 7/2022, approvata lo scorso maggio, prevede una serie di norme che puntano alla semplificazione in materia urbanistica ed edilizia. Tra queste, anche la possibilità per un Comune di trasferire ad un altro paese o città la cubatura edificabile inserita nel proprio Piano Regolatore Generale, attraverso una delibera.
In pratica, “se Castelnuovo ha a disposizione 100.000 metri di aree destinate alla costruzione che non ha intenzione di usare – ha spiegato il sindaco di Castelnuovo Scrivia Gianni Tagliani – le può trasferire a Tortona, ottenendo dal Comune ricevente la corresponsione degli oneri di urbanizzazione.”
Dal punto di vista burocratico, la strada è in salita ma risponde all’esigenza di pianificare lo sviluppo del territorio dando la priorità alla salvaguardia dell’ambiente. “L’Amministrazione castelnovese – ha aggiunto il primo cittadino- ha deciso di perseguire un modello che punta alla riduzione del consumo di suolo, favorendo l’uso dei capannoni abbandonati e degli edifici già costruiti.”
Secondo Gianni Tagliani, questa decisione non influirebbe negativamente sull’espansione economica del paese che amministra. “Non si tratta di togliere spazi- ha detto– ma di utilizzare le aree già urbanizzate, lasciando più superficie filtrante, cioè non costruita, a disposizione.”
E se per il sindaco di Tortona, Federico Chiodi, l’insediamento di nuovi poli logistici significherebbe anche un aumento dei livelli occupazionali sul territorio, per quello di Castelnuovo l’equazione non è così scontata. “Se tutto andasse per il verso giusto– ha commentato Tagliani- i nuovi posti di lavoro si vedrebbero tra un decennio.” Ci sono questioni, però, che non possono più aspettare. “Se vogliamo che la crisi climatica non metta a repentaglio la nostra agricoltura, da qualche parte dovremo pur iniziare. Nonostante la profonda crisi nel mondo rurale– ha concluso- l’agricoltura è e sempre sarà insostituibile.”