24 Marzo 2023
19:06
Terme di Acqui. La società: “Per la via del dialogo serve approccio più consapevole e franco”
ACQUI TERME – Assente ai due incontri convocati dalla Regione e dal Comune di Acqui, il primo nella città termale e il secondo in un “luogo neutro”, la sede della Provincia di Asti, la società Terme di Acqui ha risposto alla seconda chiamata del Governatore Cirio e del sindaco Rapetti con una lettera in cui conferma l’apertura al dialogo ma al contempo non cela il disappunto per quelle che vengono definite “speculazioni” dirette alla società. Il socio di maggioranza di Terme di Acqui si dice disponibile a un confronto “a stretto giro” ma invoca“un più consapevole e franco approccio da parte di tutti i portatori di interessi” nella vicenda. “Se vi sono stati tentativi di “ritorsione” questi non sono stati compiuti da Terme di Acqui spa” si puntualizza nella lettera di Finsystems, a firma dell’imprenditore Alessandro Pater. La proprietà, infatti, lamenta “gravi e oggettivi problemi alla gestione della società” creati dai “soggetti pubblici” e ricorda la “raffica di controversie giudiziali” che avrebbe causato “inevitabili” e “severe” problematiche alle attività delle Terme di Acqui, già pesantemente colpite dalla pandemia e dalla successiva crisi energetica.
Nel mirino dell’imprenditore c’è l’impugnazione dei bilanci 2019 e 2020 della società da parte dell’amministrazione comunale all’epoca guidata dal sindaco Lucchini. Azioni entrambe “respinte dal Tribunale” con tanto di sentenza di risarcimento delle spese legali a favore della società, ricorda l’imprenditore. Nella lettera si menziona poi una terza controversia, questa “ancora pendente” sul valore delle quote societarie da pagare al Comune di Acqui, che la società quantifica in circa 700 mila euro contro i 3,2 milioni chiesti nel 2021 da Palazzo Levi. Non manca l’affondo alla Regione per aver trasformato “con un tratto di penna, dall’oggi al domani” la durata delle concessioni vendute pochi anni prima e con una “discrezionalità” che per la società non solo “non è ragionevole” ma non avrebbe neppure precedenti “di sorta” in Italia: “Non possiamo non evidenziare due dati – si legge ancora nella lettera – il primo è che la norma statale (risalente al 2006) ha previsto che le concessioni perpetue siano trasformate in temporanee con durata non superiore a trent’anni; il secondo è che la Regione Piemonte, nell’identificare il termine in “ventennale”, lo ha fatto però decorrere dall’entrata in vigore della legge nazionale del 2006, con ciò creando una norma retroattiva per ben 17 dei 20 anni statuiti”.
Ricevuta la lettera alla vigilia dell’incontro convocato per questo venerdì, il Governatore Cirio e il sindaco Rapetti hanno poi spiegato che le questioni sollevate dalla proprietà “non attengono alle attuali amministrazioni dei due Enti, dal momento che le cause intentate sono della precedente amministrazione comunale e la vendita delle Terme è della precedente amministrazione regionale”. Confermata comunque “la piena disponibilità al dialogo” il Presidente della Regione Piemonte e il sindaco di Acqui Terme hanno intanto dato mandato ai legali di verificare tutte le strade per la revoca o la decadenza delle concessioni. Sullo slittamento dell’apertura dello stabilimento Nuove Terme interverranno anche i parlamentari alessandrini Molinari, Fornaro e Amich che chiederanno al ministro della Salute di verificare se la decisione della proprietà delle Terme leda in qualche modo il diritto alla salute legato ai trattamenti sanitari svolti in convenzione con il servizio sanitario nazionale.