Autore Redazione
lunedì
27 Marzo 2023
05:09
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Cronaca - Alessandria

Giornata Mondiale del Teatro. In provincia funziona quello “di comunità”

Giornata Mondiale del Teatro. In provincia funziona quello “di comunità”

PROVINCIA – A tenere accesa l’attenzione del pubblico verso il teatro, in provincia di Alessandria, è il senso di appartenenza e di comunità. Su questo sono d’accordo i gestori e i direttori artistici di teatri privati e indipendenti che, in occasione della Giornata Mondiale del Teatro, hanno commentato l’andamento della stagione teatrale ancora in corso, la prima che pubblico e attori sono tornati a vivere in piena libertà dalle restrizioni legate all’emergenza sanitaria.

Si sono fatti dei passi indietro – ha ammesso Enzo Ventriglia del Teatro della Juta di Arquata Scrivia A farli, però, non è stato il teatro, ma il senso di comunità, la capacità e la voglia di stare insieme. Ed è proprio sulla ricostruzione di questo rapporto di vicinanza e fiducia che stiamo lavorando con la nuova stagione.

Per alcuni, la dimensione sociale è diventata un dovere, una mission da perseguire. “Dopo il Covid – ha raccontato Giusy Barone del Teatro San Francesco di Alessandria è stato davvero difficile ripartire, ma ci siamo imposti di continuare ad offrire uno spazio culturale aperto e accessibile, vicino al centro della città. Per fortuna, abbiamo un pubblico partecipe ed affezionato che ci è stato accanto e sta rispondendo molto bene alle nostre proposte.

Non sempre, però, lo “zoccolo duro”  è stato capace di resistere ai cambiamenti. “Prima della pandemia – ha spiegato Andrea Robbiano, del Teatro del Rimbombo avevamo un pubblico che aveva molta fiducia sia nelle nostre produzioni che nelle nostre proposte in cartellone. Oggi non è più così. Abbiamo ancora un’ottima risposta quando nel nostro teatro a Castelnuovo Bormida proponiamo spettacoli della nostra compagnia, ma scarsi risultati quando invitiamo altre compagnie.

Un andamento osservato anche dai colleghi di Arquata Scrivia. “Se nelle primissime riaperture post lockdown facevamo il pieno di pubblico – ha ricordato Ventriglia- in questa stagione hanno funzionato quasi esclusivamente i nomi famosi che abbiamo potuto portare alla Juta grazie alla collaborazione con Piemonte da Vivo.

Secondo gli organizzatori delle stagioni teatrali questo sarebbe dovuto alla distanza che si è creata quando è mancato il contatto con il pubblico, la possibilità di portare il teatro per le strade e nelle piazze delle città.

A prevalere, dunque, in questa fase sarebbe soprattutto la funzione intrattenitrice del teatro. “Le persone hanno voglia di ridere – ha notato Paolo Pasquale, proprietario del Teatro Alessandrino da generazioni Gli spettacoli dei comici sono andati benissimo, con i biglietti sold out settimane prima degli eventi. Anche i concerti hanno riscosso successo. Insomma, con i grandi nomi è sempre stato facile riempire il teatro. Più difficile, invece, è far apprezzare spettacoli più ricercati, ma ci stiamo lavorando. Abbiamo anche attivato delle riduzioni al costo del biglietto per giovani e studenti dell’Università della Terza Età e questo ci ha permesso si riportare in sala un target di pubblico che mancava da un po’“.

Anche noi abbiamo percepito un bisogno diffuso di leggerezza – ha aggiunto Andrea Robbiano – Non a caso abbiamo intitolato la nostra stagione “Pereppeppè”, invitando il pubblico a tornare a ridere e fare festa insieme.

Sebbene il teatro stia attraversando questa fase di ricerca di un nuovo equilibrio, non rinuncia ad essere uno strumento prezioso di comprensione e azione nella realtà. “Il teatro ci aiuta a tornare umani e ha una funzione educativa imprescindibile – ha spiegato Giusy Barone- che usiamo soprattutto con i bambini e i ragazzi durante i nostri corsi.

In generale, i corsi teatrali proposti dalle compagnie locali hanno un buon numero di iscritti, a confermare un generale interesse e passione per il teatro.  “I corsi di formazione sono uno strumento prezioso – ha aggiunto Andrea Robbiano- anche per imparare a raccontarsi, per creare momenti di autocoscienza nella comunità, per affrontare temi di grande attualità. E’ proprio questo che faremo nei prossimi mesi con un progetto in alcune scuole della Sicilia.

Insomma, gestire un teatro e organizzare una stagione ha un costo alto: quello delle bollette per le utenze, quello dei cachet delle compagnie, quello degli investimenti economici ed emotivi propri delle grandi sfide. Eppure, sembra che ci sia ancora chi è disposto a pagarlo. Forse, perchè il teatro- come scrive Samiha Ayoub, autrice del messaggio internazionale per la Giornata Mondiale del Teatro 2023, che si celebra il 27 marzo– ” nella sua essenza originaria, è un atto puramente umano basato sulla vera essenza dell’umanità, che è la vita.

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