Autore Redazione
lunedì
3 Aprile 2023
05:00
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Cronaca - Valenza

Il Museo Borsalino riaccende il dibattito sul museo dell’arte orafa a Valenza. Oddone: “Avvio dei lavori nel 2024”

Il Museo Borsalino riaccende il dibattito sul museo dell’arte orafa a Valenza. Oddone: “Avvio dei lavori nel 2024”

VALENZA – Con l’inaugurazione del Museo Borsalino, fissata per martedì 4 aprile, Alessandria dà una casa alla storia ultra centenaria che lega la città all’eccellenza italiana nella produzione dei cappelli. Un’operazione che a Valenza riaccende il dibattito sul progetto di un museo civico dedicato all’arte orafa, discusso da decenni ma mai trasformato in realtà.

Un museo civico collegherebbe in maniera diretta il distretto produttivo orafo alla città di Valenza“, ha sottolineato Daniele Borioli, che nei scorsi ha commentato sulla pagina Facebook di RadioGold  la notizia dell’apertura del Museo Borsalino di Alessandria “con un po’ di benevola invidia da valenzano, che per il momento ha visto scivolare via negli anni il progetto di un museo civico di arte orafa”.

Il progetto a cui fa riferimento l’ex senatore avrebbe dovuto trovare sede a Palazzo Pastore dove si sarebbe dovuto realizzare un polo culturale unico in città. “Quell’idea è stata abbandonata – ha spiegato Borioli – in favore del complesso delle ex scuole Carducci, ma non so quale sia lo stato di avanzamento del programma. Sicuramente, però, si sono persi almeno 15 anni“.

Quindici anni in cui, secondo l’esponente del Partito Democratico, la città dell’oro avrebbe perso identità e abitanti, seppur a fronte di un rilancio produttivo grazie agli investimenti dei grandi brand. “I marchi di lusso creano lavoro, per fortuna anche ben contrattualizzato, ma cancellano l’identità locale.  Nelle vetrine di tutto il mondo, da Roma a Parigi, sono esposti gioielli prodotti a Valenza ma non si vede alcun riferimento alla nostra città. Al contrario, per esempio, di quanto accade nel settore dell’enogastronomia dove il rimando ad una precisa realtà locale, attraverso le denominazioni geografiche, è un valore aggiunto“.

Un museo civico dell’arte orafa valenzana sarebbe dunque fondamentale per tenere viva la storia del distretto e del sistema produttivo e, soprattutto, per evitare un paradosso. “Fino a pochi anni fa – ha ricordato Borioli – in giro per l’Italia e all’estero in molti riconoscevano Valenza come città dell’oro. Oggi accade molto meno, nonostante la fase di rilancio del settore. Il motivo è che i brand internazionali investono a Valenza, dove sanno esserci le competenze, ma quando restituiscono il prodotto al mercato la città viene totalmente oscurata dal marchio“.

Il museo, se venisse realizzato, potrebbe essere uno strumento per trasformare il luogo di produzione in un punto di forza e per creare un ponte con il mondo dell’istruzione e della formazione. “Lo spazio andrebbe gestito con dinamicità, in relazione con gli istituti di istruzione e con i luoghi di formazione, come accade all’estero. Dovrebbe essere considerato un veicolo per rimettere in moto processi -ha concluso Daniele Borioli- e non un contenitore in cui appendere cimeli“.

Sono più di 30 anni che a Valenza si parla di un museo civico dell’arte orafa, ma le precedenti amministrazioni lo hanno effettivamente lasciato perdere. Ora, abbiamo ripreso in mano il progetto – ha assicurato il sindaco di Valenza, Maurizio Oddone – E già nel 2024 potrebbero iniziare i lavori per una prima sala. Gli interventi da fare non sono molti, ma essendo interamente finanziati dalle casse comunali bisogna guardare alle esigenze di bilancio“.

Intanto, la parte superiore dell’ex convento San Domenico, individuato come sede del polo culturale, ospita già l’istituto tecnologico superiore Gioielleria Educazione Moda che ha aperto lo scorso autunno,  grazie alla collaborazione del sistema ITS di Biella.

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