Autore Redazione
sabato
8 Aprile 2023
17:08
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Cronaca - Alessandria

La spesa degli alessandrini per il pranzo di Pasqua cresce del 10% rispetto allo scorso anno

La spesa degli alessandrini per il pranzo di Pasqua cresce del 10% rispetto allo scorso anno

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – La spesa degli alessandrini per il pranzo di Pasqua sale a 76 euro a famiglia, con un aumento del 10% rispetto allo scorso anno.

È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè “La Pasqua 2023 degli italiani a tavola” secondo la quale il 57% dei cittadini trascorrerà il pranzo pasquale tra le mura domestiche, mentre un altro 34% con parenti e amici. Il 7% ha deciso, invece, di passare la domenica in un ristorante o in un agriturismo mentre un restante 2% ha scelto di fare un picnic.

In media saranno sei le persone su ogni tavola con una situazione abbastanza simile a quella dello scorso anno, con le tavolate che stentano ancora a riempirsi dopo l’impatto devastante della pandemia sulle abitudini degli italiani.

L’indagine di Coldiretti ha calcolato anche quanto si starà ai fornelli per preparare il pranzo di Pasqua: in media 2,1 ore, con una netta tendenza a privilegiare i menù della tradizione. Tra coloro che cucineranno, una maggioranza del 47% conterrà le operazioni in cucina tra i 30 minuti e le 2 ore, un 27% si spingerà a 3 ore, ma un 18% di “super chef” arriverà fino a 8 ore e un ulteriore 1% supererà questo limite. Ma un 7% si limiterà ad appena mezz’ora.

A vincere sono soprattutto le ricette della tradizione come, ad esempio, in Piemonte gli gnocchi filanti o i Rabaton tipici della cucina alessandrina.

Per quanto riguarda i dolci tipici della Pasqua in più di quattro famiglie su 10 (42%) quest’anno si preparano in casa.

“Il territorio della provincia di Alessandria ha antiche tradizioni culinarie che continuano a tramandarsi nelle famiglie e nei giorni di festa non manca il desiderio di riscoprire i dolci tipici, seguendo anche i consigli dei cuochi contadini di Campagna Amica per ricette semplici ma mai banali”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco”.

Se negli acquisti pasquali in tempo di guerra la colomba è presente quest’anno nel 69% delle tavole, sei punti percentuali in più rispetto all’uovo di cioccolata (63%), la novità  è la riscoperta dei dolci della tradizione: una tendenza spinta dal caro prezzi che non ha risparmiato i prodotti di pasticceria, legato soprattutto agli aumenti dei costi energetici.

In Piemonte, ad esempio, abbiamo lo squisito salame del Papa, un goloso salame di cioccolato e i Tirà, minuscole pagnottelle che i bambini intingono volentieri nel latte e i grandi in un vino dolce. E, naturalmente, le squisite versioni della colomba: alla ricetta tradizionale si sono aggiunte le nuove versioni con variazioni che vedono l’uso di ingredienti a km zero come i grani antichi, l’olio extravergine d’oliva, il melograno, i frutti di bosco e il miele.  Una colomba a filiera corta che rappresenta la dolce risposta alla richiesta dei consumatori di portare in tavola prodotti artigianali, a impatto zero.

Pasqua è dunque l’occasione di riscoprire sapori del passato e ricette che nascondono spesso piccoli segreti che le rendono inimitabili dai grandi marchi industriali – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto BiancoSpecialità da gustare durante le festività pasquali e dei ponti di primavera. Dalla carne alle uova, il consiglio è di privilegiare la filiera corta dal produttore al consumatore per portare in tavola cibo genuino, fresco e di sicura provenienza”.

 

 

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