Autore Redazione
sabato
15 Aprile 2023
11:46
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Cronaca - Piemonte

Antica e modernissima la “Misericordia” di Lucilla Giagnoni ieri ad Asti

“Misericordia. Carità: bellezza e nutrimento dell’Umanità” ha concluso la rassegna Le sfide della Fede. La recensione
Antica e modernissima la “Misericordia” di Lucilla Giagnoni ieri ad Asti

ASTI – La Misericordia come cammino di umanizzazione è il tema di “Misericordia. Carità: bellezza e nutrimento dell’Umanità” di e con Lucilla Giagnoni, messo in scena ieri 14 aprile nella bella chiesa barocca di San Martino ad Asti. E’ stato l’ultimo appuntamento della stagione 2022/23 della rassegna Le sfide della Fede, incentrata sulla tematica delle sfide della Fede e della cultura nel nostro tempo, promossa dal Teatro degli Acerbi e dall’Istituto Oblati di San Giuseppe Marello. Da quest’anno la rassegna ha ottenuto un ulteriore riconoscimento entrando nella rete PATRIC, in collaborazione con Comune di Asti Teatro Alfieri Asti / Spazio Kor / Mon Circo e maggior sostenitore Fondazione Compagnia di San Paolo.

Le beatitudini, nella narrazione dello scrittore polacco Jan Dobraczyñski nel suo romanzo “Lettere di Nicodemo”, le virtù cardinali e quelle teologali, spiegate ad un adolescente, il cui interesse può essere catturato da superpoteri analoghi a quelli dei super eroi cinematografici. Lucilla Giagnoni parla di tutto questo passando dall’interpretazione di testi come quello di Dobraczyñski, dalle pagine intensissime sul parto della Vergine di Erri de Luca, per poi dialogare con il pubblico in tono persino scherzoso (“dare da mangiare agli…su è facile, agli affamati!”), mantenendo una logica ferrea di esposizione e un ritmo narrativo serrato. Alla base del suo lavoro si intuisce una ricerca enorme e un’illuminata capacità di connessione tra diverse fonti, unita ad un’interpretazione che ogni volta stupisce e conquista sin dalle prime parole. La sintesi tra lectio magistralis e Teatro con la maiuscola si compie nell’approfondimento spirituale, in uno scavare nell’umano che non tralascia alcun aspetto. Le beatitudini, come le virtù, appaiono polverose e desuete, ma sono le qualità che possono portare alla felicità e, tra momenti di grande pathos e attimi di ironia, il messaggio arriva chiaro. La Misericordia opera nel presente ed ha caratteristica di reciprocità, perché “i misericordiosi troveranno misericordia”, che dal greco si può tradurre anche “saranno misericordiati”, non in un utilitaristico dare per avere, ma in un dare e semplicemente avere quanto dato. E così ai racconti dei predicatori del 1400/1500 in Val Padana si sposano le ricerche nel campo della neurofisiologia sui neuroni a specchio, che dimostrano una reazione empatica nella regione motoria del cervello di fronte ad azioni altrui. Tutto rientra in una linea narrativa che si snoda su tre caratteristiche della Misericordia: femminile, teatrale e civile. Femminile perché sublimata nella cura della madre (e qui le pagine di Erri de Luca sono il vero climax drammatico della serata), teatrale in quanto l’imitatio Christi ricalca l’imitazione essenza del teatro. Infine la Misericordia ha costruito le città con luoghi di ospitalità, prima ancora delle mura, perciò è civile.  E’ un pensiero antico e poi, di colpo, modernissimo, quello in cui Lucilla Giagnoni trasporta i tanti spettatori. Il centro è lei stessa, in un abito di seta giallo oro, come le dorature della splendida decorazione barocca di San Martino. Intorno gli affreschi ricchissimi su cui giocano, con un effetto di “visual mapping”, le luci di Massimo Violato e le musiche di Paolo Pizzimenti. Come in ogni spettacolo di Giagnoni (ma è sempre riduttivo ogni termine in questi casi) ci si sente parte di un tutto e si procede in cammino, con la protagonista, in un percorso collettivo che non solo affascina, ma viene interiorizzato a livello emotivo e razionale. Interminabili gli applausi ieri sera nella Chiesa di San Martino e del tutto meritati.   Le Sfide della Fede ritornerà nella prossima stagione autunnale e deve la sua realizzazione anche alla Fondazione CRAsti e a numerose aziende locali che negli anni hanno creduto nel progetto (Unoenergy, Impresa edile Bosso Mario, F.lli Ragazzon s.n.c., Impianti elettrici Calosso &Siccardi, Assicurazioni Rubba di Rubba Roberto & C. Sas e la Casa di Riposo Mons. Marello). E’ realizzata in collaborazione con il Progetto Culturale e le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Asti.

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