Autore Redazione
martedì
2 Maggio 2023
11:19
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Cronaca - Alessandria

Me.Dea Alessandria contro le parole di Ambra al Concerto 1 Maggio: “Percorso per l’uguaglianza parte dal linguaggio”

Me.Dea Alessandria contro le parole di Ambra al Concerto 1 Maggio: “Percorso per l’uguaglianza parte dal linguaggio”

ALESSANDRIA – “Tenetevi le vocali, ridateci i diritti“. La dichiarazione dell’attrice e conduttrice Ambra Angiolini, in occasione del Concerto del 1^ maggio, è stata criticata dal centro antiviolenza me.Dea di Alessandria. “La parità si conquista mantenendo la differenza. Che è anche nelle parole: cara Ambra, non è solo una questione di vocale, come hai provato a sottolineare approfittando del palco del Concertone del Primo Maggio”. 

“Avvocata, ingegnera, architetta” ha detto ieri l’artista romana “tutte queste vocali in fondo alle parole sono, saranno armi di distrazione di massa? Ci fanno perdere di vista i fatti e i fatti sono che una donna su cinque non lavora dopo un figlio, che guadagna un quinto in meno di un uomo che copre la stessa posizione. Non lo diceva già la Costituzione nel 1949 che la donna doveva avere gli stessi diritti dell’uomo, nell’art. 36? Che ce ne facciamo delle parole? Voglio proporre uno scambio: riprendetevi le vocali in fondo alle parole, ma ridateci il 20% di retribuzione. Pagate e mettete le donne in condizione di lavorare. Uguale significa essere uguale, e finisce con la e”. 

“Con le tue affermazioni hai solo assecondato la richiesta del maschile istituzionale, che ha ripreso quota. Il tuo benaltrismo finisce per essere, questo si, “un’arma di distrazione di massa”, e non quella ‘a’ per chiamare professioni in cui le donne ci sono, sempre di più, e contano, e conteranno, perché le conquiste, definite con il nome corretto, mette in evidenza l’ingresso in spazi prima solo degli uomini ha sottolineato la Onlus sui suoi canali social.

“Ciò che viene chiamato correttamente si vede, si sente, è considerato e non resta, invece, in un cono d’ombra. Le donne non sono disposte a barattare una vocale per una equa e dignitosa retribuzione e un welfare adeguato. Non è un gioco, cara Ambra, è il percorso verso quell’uguaglianza che parte dal linguaggio”. 

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