5 Maggio 2023
16:35
Cosa si mangia a Tortona? I piatti e i prodotti più famosi della città
TORTONA – Si avvicina la data del giro d’Italia a Tortona, in programma il 17 maggio 2023, ed è l’occasione per mettere in mostra i migliori prodotti del tortonese. I più golosi possono sicuramente trovare molte specialità particolari, a cominciare dalle Reginette all’Ajà, un piatto oggi difficile da trovare ma dal passato antico. Questo primo veniva preparato la Vigilia di Natale proprio perché non prevedeva carne. Si tratta di un piatto di pasta condito con sugo di noci, pane ammollato e aglio.
Un altro prodotto della tradizione è quello degli agnolotti “alla tortonese”. Questo tipo di pasta è tipico di tutto il Piemonte con sfumature però per ogni territorio. In questo caso si tratta di ravioli ripieni di carne macinata e verdure. La pasta è fatta in casa e il ripieno è composto da carne di vitello, spinaci, carote e cipolle. Il condimento più classico è quello del burro fuso profumato dalla salvia.
Un’altra ricetta tipica è quella del pane Grosso, realizzato con grano San Pastore, una specie mono-varietale sia nella componente lievito naturale sia in quella di farina aggiunta. Particolare anche la sua forma, rotonda, con un taglio che riproduce la stella a otto punte che porta a convergenza sia la stella impressa sulla moneta sia quella dello stemma vescovile della Diocesi di Tortona. Il nome riprende la moneta che il comune di Tortona coniava grazie alla concessione di Federico II.
Un’altra prelibatezza da assaggiare è il bacio di dama di Tortona. Si litiga molto sull’origine di questa ricetta ma il tortonese è tra i luoghi maggiormente accreditati alla paternità del dolce. Realizzato con mandorle e nocciole tritate i baci tortonesi sono un’eccellenza che potete trovare in tutto il Piemonte.
Chi arriva a Tortona non può non tornare a casa senza il salame nobile del Giarolo, un salume prodotto a ridosso dell’omonimo monte, nelle valli circostanti. Il richiamo alla nobiltà deriva dall’impiego delle parti nobili del maiale. Questo salume era prodotto già nell’Ottocento. Come spiega il Consorzio “ha le dimensioni dei tradizionali salami artigianali ed è insaccato in budello naturale legato a mano. Lo si riconosce dal caratteristico impasto a grana grossa dal bel colore rosso vivo e dal giusto equilibrio tra parti magre e parti grasse. Incomparabili il suo profumo e il sapore, intenso ma non aggressivo, e la sua morbidezza. La lunga stagionatura è affinata in antiche cantine naturali“.
Insieme a lui potete gustare anche il Montebore (presidio Slowfood), formaggio a latte misto vaccino e ovino/caprino, crudo e intero. Può essere sia molle che semiduro, in base al tempo di stagionatura, e la sua forma a strati è caratteristica oltre che tradizionale. Il Montebore vanta natali che affondano addirittura nel 1300.
A seconda delle stagioni poi troverete la fragola di Garbagna, particolarmente nota e apprezzata per la sua dolcezza, oltre alle pesche di Volpedo, un prodotto delizioso ma estremamente delicato. Per questo la sua produzione è decisamente limitata e volubile in base alle condizioni meteo. Se la trovate dovete assolutamente assaggiarla.