8 Maggio 2023
12:31
Mercalli da Fazio cita la Pianura di Alessandria: “Una delle siccità più gravi di sempre”
ALESSANDRIA – “Due eventi estremi veramente a distanza di qualche centinaio di chilometri: la Pianura Padana occidentale, la zona di Alessandria, la Lomellina, il Piacentino sono ancora sotto una delle siccità più storiche da quando abbiamo i dati rilevati, quindi oltre due secoli, e a poca distanza, piogge altrettanto eccezionali hanno investito l’Appennino provocando questa piena dei fiumi romagnoli che poi ha generato le frane nelle zone di montagna e le esondazioni in pianura. Non dimentichiamo, tra l’altro, che è una zona particolare questa, perché i fiumi sono quasi tutti con il letto pensile, vale a dire che corrono sopraelevati sulla pianura e quindi sono resi particolarmente a rischio dagli argini che finché tengono bene, poi quando si spaccano purtroppo inondano creando anche un po’ questa falsa sicurezza, perché finché l’argine è su, tutti hanno l’impressione di essere al sicuro, ma poi quando cede, l’acqua ti arriva al primo piano. Ecco, questi sono ormai gli effetti della estremizzazione del clima che il riscaldamento globale sta compiendo un po’ in tutto il mondo; ricordiamo che noi vediamo questi eventi perché sono a casa nostra, ma ogni settimana ne abbiamo in tutto il mondo di pari portata“. Lo ha detto il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che fa su Rai3 in riferimento alla grande siccità di alcune zone italiane e alle alluvioni in Emilia Romagna.
Sul fatto che non se ne parla in termini reali: “Non succede niente come continua, peraltro, a ribadire il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, che ha detto, alla pubblicazione del sommario dell’ultimo rapporto della Ipcc, che sostanzialmente siamo seduti su una bomba a orologeria climatica e se non facciamo nulla per disinnescarla in tempi brevi, quando poi questa esploderà nei decenni successivi in termini molto più potenti di quello che vediamo oggi, danneggerà i nostri figli e nipoti. Saranno le generazioni future o i più giovani a subire i danni a una portata tale alla quale non potranno più opporsi“.
Noi, spiega, “oggi vediamo questi primi sintomi con i quali veniamo a fatti. Ecco che allora dobbiamo assolutamente usare bene il tempo della prevenzione e non ce ne resta molto, è una manciata d’anni. Pensate che, se dovessimo fare il lavoro per rimanere sotto i 2 ° – considerati soglia di sicurezza per il futuro dell’umanità – dovremmo arrivare a zero emissioni al 2050, cioè mancano 27 anni e dovremmo dimezzarle sostanzialmente entro il 2030, ma non è all’ordine del giorno, è qualcosa che sfugge, che va in pagina 27 corpo 8“.