6 Giugno 2023
05:57
La pioggia di maggio azzera la siccità: ma nei prossimi anni sarà sempre un problema
PIEMONTE – La siccità piemontese è quasi rientrata dopo che le ultime abbondanti piogge di inizio giugno, insieme a un mese di maggio decisamente piovoso, hanno riequilibrato un lungo periodo che aveva reso il Piemonte la regione più siccitosa dell’intera Europa. Il dato è emerso nella conferenza stampa a Torino che ha fatto il punto sui primi 5 mesi del 2023, raffrontandoli con lo stesso periodo del 2022. Il Piemonte a fine maggio ha registrato un deficit idrico del 7% rispetto al 2022 che verrà comunque recuperato a giugno. Si tratta tuttavia di un dato medio con alcune zone, come l’alessandrino, ancora in difficoltà (la provincia segna ancora punte che raggiungono il -40%).
La situazione tornata alla normalità in breve tempo descrive però anche una situazione complessivamente anomala che non può far abbassare la guardia rispetto al problema siccità. “La siccità era un problema e rimane un problema – ha spiegato il Presidente della Regione, Alberto Cirio, peraltro commissario straordinario di governo per la siccità. Noi recuperiamo solo l’11% dell’acqua che viene dal cielo e questa situazione deve essere affrontata perché non possiamo immaginare di dover ricorrere, come fanno altri, a dissalatori, se non sfruttiamo completamente la risorsa che ci arriva dall’alto. Per questo – ha aggiunto – noi nel nuovo Csr abbiamo risorse importanti destinate all’emergenza climatica. Il problema siccità non è risolto ma si lavora per risolverlo anche per il futuro“.
Il recupero del deficit idrico se rappresenta una buona notizia dimostra anche l’impeto dei fenomeni meteorologici di questi anni. A maggio infatti la media di precipitazioni è stata del +90 per cento di quelle registrate dal 1991. Una concentrazione che ha mostrato come complessivamente il Piemonte abbia tenuto: “In Piemonte abbiamo gestito questa ondata di piogge con grande efficacia – ha raccontato Cirio – in Piemonte sono caduti oltre 230 millimetri di pioggia, una quantità altissima, ma i fiumi hanno retto così come gli affluenti minori perché il Piemonte ha saputo in tempi passati fare gli investimenti necessari per poter reggere questi rischi ed è riuscito a creare una consapevolezza, ad esempio nei sindaci che hanno pulito i fiumi e nella Protezione civile che ha monitorato, che ci ha permesso di gestire l’emergenza maltempo in sicurezza, senza danni, tenendo il buono dell’acqua”.
Il lavoro dei prossimi anni ora sarà focalizzato sul risparmio idrico visto che “i canali irrigui perdono dal 15 al 30% della loro portata – ha puntualizzato l’assessore all’Ambiente della Regione, Matteo Marnati. I prossimi interventi vanno in questo senso, e cioè ridurre la dispersione di acqua potabile” anche perché per i prossimi 30 anni le previsioni di Arpa indicano significativi cali delle precipitazioni, pari al -10% nel cuneese e tra il -10 e il -5% sui rilievi alpini.