Autore Redazione
giovedì
15 Giugno 2023
05:00
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Cronaca - Alessandria

In calo le previsioni occupazionali. Per le aziende piemontesi difficile reperire il 50% dei profili ricercati

In calo le previsioni occupazionali. Per le aziende piemontesi difficile reperire il 50% dei profili ricercati

PIEMONTE – Sono circa 30.220 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per questo mese di giugno.  Il numero risulta in calo del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2022, quando le entrate previste erano state 1330 in più. La variazione è negativa anche se si guarda al trimestre giugno-agosto 2023. Complessivamente le imprese prevedono 80.250 assunzioni, circa 1800 in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le previsioni occupazionali del Piemonte sono in controtendenza rispetto al dato complessivo nazionale che fa registrare una crescita dell’1,5% rispetto a giugno 2022 e un +2,8% rispetto al trimestre giugno-agosto 2022.

In base all’analisi dei dati del Bollettino del Sistema informativo Excelsior realizzata da Unioncamere e Anpal, le entrate ipotizzate in Piemonte a giugno 2023 rappresentano il 20,9% delle 144.300 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 5,3% del totale di quelle nazionali (568mila circa).

Il 76% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente, il 18,7% lavoratori somministrati, l’1,6% collaboratori e il 3,7% altri lavoratori non alle dipendenze.

La domanda di lavoro a giugno 2023 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 61% delle entrate programmate, seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 25% dei casi. L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 7% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota del 6% del totale complessivo regionale.

Delle 30.220 entrate previste in Piemonte nel mese di giugno 2023 il 14% è costituito da laureati, il 28% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente il 23% e il 34%.

Considerando i dati del trimestre giugno-agosto 2023 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 53.610 entrate, il 68,2% del totale (2.240 unità in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 26.630 entrate, generando il 31,8% della domanda totale e segnando un leggero aumento – circa 440 unità- rispetto al periodo giugno-agosto 2022.

Tra i servizi, il comparto che assorbirà la quota più rilevante delle 80.250 entrate previste nel trimestre giugno-agosto 2023 è quello dei servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici, con 12.610 ingressi (15,7% del totale), seguito dai servizi alle persone, con 10.360 entrate e una quota del 12,9% del totale e dal commercio, per cui le imprese intervistate presumono di dover effettuare 9.920 assunzioni (12,4%). I servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio richiederanno 6.210 nuove entrate nel trimestre impattando con una quota del 7,7% sulle assunzioni previste nel periodo.

All’interno del comparto industriale si distingue il settore edile (5.950 assunzioni nel trimestre, con una quota del 7,4% del totale).

Il 28% delle entrate previste a giugno 2023 nella nostra regione sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 19% a dirigenti, specialisti e tecnici. Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 30% delle entrate e solo l’8% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici costituiranno il 15% delle assunzioni del mese.

Il 34,8% delle assunzioni interesseranno giovani con meno di 30 anni, quota che sale al 43,6% per le aree commerciali e della vendita e scende al 25,5% per quelle della logistica. Nel 20% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

Per il 62% circa delle entrate viene, inoltre, richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 21,5% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 12,1% coordinerà altre persone.

Il 46,7% delle entrate si concentrerà nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio, cui seguono le aree commerciali e della vendita (17,1%) e quelle tecniche e della progettazione (14,0%). La logistica assorbirà il 13% circa delle assunzioni programmate per il mese di giugno 2023, mentre l’area direzionale e quella amministrativa generano rispettivamente una quota pari al 5,0% e 4,4% delle assunzioni previste.

La difficoltà di reperimento si conferma una tematica di rilievo nel panorama regionale. In 1 caso su 2 (50,5%) le imprese prevedono, infatti, di incontrare ostacoli nel reperire i profili desiderati, quota in deciso aumento tanto rispetto al mese precedente (47,2%), quanto soprattutto nel confronto di lungo periodo: a giugno 2022 le difficoltà di reperimento riguardavano, infatti, solo il 43,2% delle entrate programmate. Il dato piemontese è, inoltre, più elevato rispetto a quello medio nazionale (46,0%). Il mismatch è legato in primo luogo alla mancanza di candidati (34,2%), seguita da un’inadeguata preparazione degli aspiranti neo-assunti (10,4%).

Le professioni più difficili da reperire in Piemonte nel mese di giugno 2023

Nel dettaglio delle singole professioni, si segnalano difficoltà di reperimento particolarmente elevate per gli specialisti nelle scienze della vita che, pur concentrando solo una piccola parte delle assunzioni complessive (150), risultano di difficile reperimento nell’81,0% dei casi, seguiti dai conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (75,5%), dalle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (74,8%) e dagli operai specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche (74,7%).

Per quanto riguarda i titoli di studio, a livello universitario la difficoltà maggiore si riscontra nel trovare laureati nell’indirizzo di scienze matematiche, fisiche ed informatiche (81,3% di difficile reperimento) e in quello di indirizzo sanitario e paramedico (65,9%). A livello secondario la difficoltà di reperimento è superiore per l’indirizzo socio sanitario (70,0%) e per quello di costruzioni, ambiente e territorio (64,6%). Tra le qualifiche professionali mancano specialisti con indirizzo in impianti termoidraulici (75,6%), elettrico (71,8%) e di ristorazione (71,6%).

 

 

 

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