28 Giugno 2023
13:57
Ancora un’aggressione al carcere di San Michele: calci e testate a un poliziotto
ALESSANDRIA – Un’altra giornata di violenza al carcere di San Michele ad Alessandria. Intorno alle 9 di oggi un detenuto con problemi psichiatrici, all’apertura della cella per poter svolgere le attività giornaliere, ha sferrato alcuni calci e una testata sulla bocca del poliziotto che è poi stato trasportato in ospedale. A soccorso dell’agente è intervenuto un altro poliziotto per contenere il detenuto.
“La situazione è sempre più grave e merita l’urgente e giusta attenzione da parte dei vertici dipartimentali e ministeriali”, ha denunciato il segretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Vicente Santilli. “Occorrono sezioni detentive e modalità custodiali per detenuti violenti che non intendono reinserirsi”, denuncia Santilli. “Esprimiamo la nostra solidarietà al collega ferito con gli auguri di una pronta guarigione. La verità è sconcertante: la Polizia Penitenziaria del San Michele si sente abbandonata da chi dovrebbe invece risolvere i problemi, gravi e reali”.
Anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria si è espresso sull’accaduto: “Basta! Anche questo è un grave evento critico annunciato! A questo hanno portato questi anni di ipergarantismo nelle carceri, dove ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti”.
“Il personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dal DAP. La situazione delle carceri italiane, per adulti e minori, è allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria”.