Autore Redazione
sabato
1 Luglio 2023
16:04
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Cronaca - Alessandria

La peste suina danneggia anche i pescatori sportivi del Tanaro. Fipsas: “Siamo sempre meno, poche zone dove praticarla liberamente”

La peste suina danneggia anche i pescatori sportivi del Tanaro. Fipsas: “Siamo sempre meno, poche zone dove praticarla liberamente”

ALESSANDRIA – La diffusione della peste suina nella provincia di Alessandria sta colpendo anche i pescatori sportivi che operano sul fiume Tanaro. La Federazione Italiana Pesca Sportiva e Sport Subacquei (Fipsas) ha riferito che sempre meno zone sono accessibili per la pratica di questa attività, per via delle ulteriori restrizioni e limitazioni imposte anche ai pescatori sportivi. A venir colpita maggiormente è la pratica libera nelle zone autorizzate di pesca, esercitata da atleti in possesso di licenza e tessera Fipsas per la pesca non venatoria. Costretti, molto spesso, a praticare in zone più vicine ai centri abitati.

La PSA è una malattia che colpisce suini e cinghiali, ma non rappresenta alcun rischio per gli esseri umani. Piemonte e Lombardia hanno adottato da tempo misure per contrastarne la diffusione e prevenire conseguenze negative sull’ambiente e sull’economia locale. Il protocollo di intervento contro la peste suina fornisce dettagli su come agire in caso di ritrovamento di carcasse e mette a disposizione contatti per segnalazioni.

Come per gli escursionisti e i cercatori di funghi, anche i pescatori sportivi che praticano o partecipano alle gare sono soggetti a diversi obblighi. Tra gli altri, pesano il divieto di parcheggiare vicino alle sponde dei fiumi e l’obbligo di disinfettare sempre gli stivali. Le forze dell’ordine effettuano inoltre controlli sul territorio, per garantire il rispetto di tali disposizioni. Al momento solo due campi gara in provincia di Alessandria, quelli di Masio e di Casale Monferrato, non sono condizionati dalle restrizioni imposte dalla PSA.

Una situazione che si ripercuote sulla partecipazione alle attività federali. “Prima della pandemia, la provincia vantava quasi 1300 pescatori sportivi registrati, ma tale numero si è drasticamente ridotto a soli 580, meno della metà”spiega Giuseppe Boscarioli, responsabile provinciale e consigliere federale per il Piemonte di Fipsas – La ripresa delle competizioni sportive è stata lenta e ora deve affrontare ulteriori limitazioni. Ad esempio, nelle zone come Cabella Ligure, solamente i tesserati possono entrare nei campi gara, mentre gli spettatori non sono ammessi. A ciò si aggiunge la carenza di pesci, un altro problema che affligge i pescatori sportivi. La stagione sportiva è stata colpita da una siccità anomala, rendendo difficile il ripopolamento dei fiumi. Di solito, da marzo a ottobre, il settore della pesca sportiva entra nel vivo, ma la situazione attuale rappresenta una sfida difficile per gli appassionati di questa disciplina nel nostro territorio.

“Anche i pescatori già tesserati – prosegue Boscarioli – stanno perdendo interesse verso la pesca sportiva a causa delle restrizioni imposte dalla peste suina. Senza persone appassionate che sostengano questa attività, diventa difficile garantire altri servizi per per cui possiamo essere d’aiuto alle autorità, come il recupero e lo smistamento delle specie protette, che la federazione ha sempre fornito in collaborazione con le autorità provinciali”.

Come soluzione possibile, Fipsas ha proposto alla Regione di esonerare i singoli campi gara dall’applicazione del protocollo, in quanto tali strutture sono gestite dalla federazione stessa. “Questa proposta mira a garantire maggiori opportunità per la pesca sportiva nei campi gara lungo fiumi come il Tanaro, il Bormida e i torrenti come il Borbera, dove la presenza del cinghiale, secondo noi, potrebbe essere meno significativa. Speriamo che si possa trovare una soluzione che permetta agli appassionati di pesca sportiva e a tutti coloro che sono limitati dalla peste suina di riprendere le loro attività in modo sicuro ed efficiente”.

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