7 Luglio 2023
05:11
“Ciao via Dante, da fiore all’occhiello a zona dimenticata e poco sicura”: la palestra si trasferisce
ALESSANDRIA – “Cara via Dante, è arrivato il momento di salutarci“. Inizia così la lettera aperta che Eugenio Credidio ha affisso davanti alla sua palestra “Dojo Shin Sui“, aperta 13 anni fa nella storica alessandrina e che da settembre si trasferirà agli Orti. Nel testo il presidente dell’associazione sportiva ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a cambiare zona.
“Voglio premettere che la prima motivazione è la necessità di poter disporre di spazi più ampi ma” ha precisato Credidio ai microfoni di Radio Gold “non nascondo che, in parte, ha contribuito a questa scelta il cambiamento di via Dante degli ultimi anni. La ricordavano come un fiore all’occhiello di Alessandria. Le ultime amministrazioni, invece, l’hanno un po’ dimenticata, privilegiando altre vie per organizzare eventi”.
Il maestro di karate ha anche ricordato diversi episodi che hanno contribuito a far calare il senso di sicurezza dei cittadini: “Prima della pandemia, ad esempio, per diverse volte alcuni giovani hanno preso a calci la nostra porta, capitava anche che alcune persone ubriache entrassero nella palestra o che urinassero sui muri. Tutto questo anche negli orari di maggior affluenza dei più piccoli nella nostra palestra, tra le 17 e le 20. Ricordo, inoltre, i parcheggi selvaggi davanti all’ingresso. Si faceva fatica a passare con i borsoni, figuriamoci se in quel tratto doveva arrivare una mamma con un passeggino o una persona con disabilità sulla carrozzina. Per questi motivi, e per la possibilità di avere a disposizione un ampio parcheggio, i genitori dei miei allievi più piccoli hanno particolarmente apprezzato la scelta di trasferirci agli Orti”.
Credidio ha infine sottolineato la sua delusione “per come viene amministrato il centro. A mio avviso c’è ancora molta incuria, è spesso sporco e dissestato. Basti pensare ai sanpietrini saltati e riparati dopo addirittura un anno. Insomma, ho notato poca cura ed è un peccato perché la nostra è una città a misura d’uomo e avrebbe tante potenzialità. Vederla in questa condizione mette tristezza”.