Autore Redazione
martedì
11 Luglio 2023
07:16
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Cronaca - Alessandria

Alessandria calcio: la rabbia e il dolore dei tifosi per un simbolo che sta svanendo

Alessandria calcio: la rabbia e il dolore dei tifosi per un simbolo che sta svanendo

ALESSANDRIA – L’Alessandria calcio non è solo una squadra, non è solo sport, è un simbolo. La rabbia dei tifosi ha una ragione profonda. Il caos attorno alla maglia grigia ha molto di razionale come ha spiegato ieri, lunedì 10 luglio 2023, un centinaio di supporters della gradinata Nord che ha prima deciso di trovarsi al Moccagatta e poi, davanti al suo silenzio spettrale, ha  raggiunto il campo della Michelin dove quel che resta dell’Alessandria cominciava ad allenarsi. In un clima surreale i tifosi hanno fatto sentire il profondo disappunto per una situazione kafkiana, fatta di accuse reciproche all’interno della società tra persone che giuravano eterna amicizia, si ritraevano in allegre strette di mano, proclamavano disegni ambiziosi, salvo poi accoltellarsi di parole poco dopo. Prima Pedretti dà il suo addio, smontando la figura di Benedetto, poi la replica di Benedetto attraverso i social e infine in viva voce alla Michelin, per cercare di chiarirsi con i tifosi.

Tutto questo in pieno silenzio stampa che di silenzioso non ha mai avuto nulla. Ma si sa il silenzio è d’oro e questa vicenda coll’oro sembra averci poco a che fare, figuriamoci con “l’argent”. Lo hanno capito da tempo i tifosi che dopo l’era Di Masi confidavano in un percorso fatto di genuinità e ripresa e invece hanno fatto i conti con un futuro spaventoso, hanno spiegato. “L’Alessandria è quel che resta di una città che ha perso tutti i suoi simboli. Non è un capriccio, ma la storia di una città e delle persone che andavano con i genitori a vedere le partite. Questa città ha perso marchi industriali, importanza, valore e l’Alessandria è l’ultima cosa che ci stanno portando via per sempre“. Le riflessioni dei tifosi galleggiano tra il più pesante sconforto e una rabbia nei confronti di coloro che stanno spogliando la città di una “storia di 110 anni con cui non ci si può sciacquare la bocca“. Parole dette con feroce ironia al presidente Enea Benedetto, assente ieri alla Michelin, ma collegato in viva voce da quel campo. Da una parte lui a promettere la bontà del suo operato, a garantire di “aver fatto di tutto per tutelare l’Alessandria da Pedretti per contratti firmati per 500-600mila euro che avrebbero danneggiato la società“. Parole che i tifosi non hanno nemmeno raccolto. Le hanno lasciate cadere dopo aver visto la replica proprio a Pedretti sui social con uno “show imbarazzante, dette da un presidente che raffazzona una replica adducendo ‘prove empiriche‘”. Così attorno al telefono da cui esce la voce di Benedetto una girandola di tifosi scarica una raffica di domande, dubbi e stilettate che fa capire come il rapporto non sia componibile. La domanda più dolce è quella che chiede a Benedetto di “tirare fuori i soldi subito, quelli veri, non le criptovalute“, poi la richiesta di un “organigramma e uno staff” ancora inesistenti. Benedetto alla fine chiede un referente dei tifosi con cui parlare ricevendo come risposta che tutta la tifoseria è l’unica referente. I tifosi si allontanano, Benedetto continua a parlare ma ormai le parti sono a distanze siderali. La rabbia dei supporters grigi sfuma quindi in considerazioni amare e perfino in consigli benevoli nei confronti di chi è ad allenarsi al campo della Michelin. L’invito è di lasciare un “progetto che non è mai esistito“, lasciare perdere tutto perché “loro sono vittime” come spiegato, per esempio, al direttore Umberto Quistelli, venuto da Salerno, e protagonista di un coraggioso tentativo di spiegare disegni e percorsi della futura Alessandria. Ma per i tifosi questa Alessandria il futuro non ce l’ha.

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