14 Luglio 2023
05:00
Vivere in Fraschetta chiede a Palazzo Rosso “un’azione politica costante” per accelerare la terza fase dell’indagine epidemiologica
ALESSANDRIA – Il comitato “Vivere in Fraschetta” è tornato a sollecitare l’amministrazione comunale di Alessandria per accelerare i tempi della terza fase dell’indagine epidemiologica sui cittadini di Spinetta. Il comitato vuole avere “risposte certe” sulle cause della maggiore incidenza di alcune tipologie di tumori tra i cittadini che risiedono nella zona. La mancanza di risorse per approfondire gli studi al comitato “non basta” come giustificazione perché i cittadini “hanno il diritto di sapere” qual è “la causa“, se è in qualche modo legata alle produzioni industriali della zona e quali sono gli effetti di alcune sostanze e composti sulla salute delle persone.
In Fraschetta “c’è di tutto“, ha sottolineato Nicoletta Mensi. C’è la Solvay e ci sono le produzioni del Polo Chimico ma anche altre realtà industriali e la discarica: “Durante gli incontri spesso ci scaldiamo perché noi vediamo e conosciamo persone che si sono ammalate. Il comitato è nato in seno allo Spi Cgil e quindi è composto prevalentemente da pensionati ma queste patologie colpiscono anche la popolazione più giovane e noi vogliamo risposte soprattutto per loro“.
Il comitato “Vivere in Fraschetta” non vuole la chiusura della Solvay, ha precisato Nicoletta Mensi, ma vuole sapere se c’è “un nesso” tra le produzioni del Polo Chimico e la maggiore incidenza di alcune patologie: “Per la prevenzione e la cura è fondamentale sapere cosa provoca queste malattie e per avere risposte servono studi approfonditi e protocolli“. Il comitato è preoccupato soprattutto dai Pfas e giovedì ha chiesto al sindaco “un’azione politica costante” per velocizzare i tempi degli studi sulla popolazione di Spinetta e continui aggiornamenti sulle attività di monitoraggio di questi composti che, oltretutto, “non restano solo a Spinetta, come certificano anche gli ultimi dati di Arpa“.
L’incontro di giovedì è stato però occasione anche per far presente al sindaco Abonante tutti i “dubbi” rispetto al progetto di Smart City legato alla raccolta dei rifiuti in Fraschetta. I cassonetti “intelligenti“, in grado di aprirsi solo con una carta magnetica o un badge personalizzati non convincono il comitato. Già oggi, ha spiegato Nicoletta Mensi, la Fraschetta sconta il fenomeno della “migrazione dei rifiuti” da Comuni confinanti dove è già attiva la tariffa puntuale e il rischio è che il badge spinga ad abbandonare i rifiuti fuori dai cassonetti per pagare meno: “Il sindaco ha comunque spiegato che per l’avvio del progetto serviranno almeno 18 mesi e che non c’è ancora nulla di definitivo. Visti anche i tempi per l’avvio della Smart City e la bassa percentuale di differenziata ad Alessandria, come comitato ci siamo resi disponibili a organizzare da settembre degli incontri per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della differenziata”.
“Vivere in Fraschetta” ha quindi sollecitato “confronti periodici” con gli assessori competenti per discutere anche “di tutti gli altri problemi della Fraschetta“, dalle strade alle aree verdi fino alla manutenzione del cimitero.