28 Luglio 2023
11:46
L’eterna scelta etica. Recensione di “La scelta di Cesare” a Paesaggi e Oltre
COSTIGLIOLE D’ASTI – “Nella vita c’è un momento in cui bisogna prendere una decisione”, un momento in cui il dubbio amletico si scioglie e rivela l’uomo. Ieri, 27 luglio, il festival «Paesaggi e oltre. Teatro e musica d’estate nelle terre dell’Unesco», promosso dalla Comunità Collinare tra Langa e Monferrato con la direzione artistica del Teatro degli Acerbi, ha fatto tappa nella frazione Loreto di Costigliole, nel piazzale di fronte al Santuario, a fianco dell’aereo militare del sacrario regionale dell’arma Aeronautica. Un luogo non solo incantevole, perché circondato da un panorama che commuove, ma ideale per l’anteprima del nuovo spettacolo della compagnia Magdeleine G: «La scelta di Cesare», omaggio all’aviatore Cesare Lai. Il debutto nazionale sarà in agosto al prestigioso Festival dei Tacchi in Sardegna, mentre il prossimo appuntamento di Paesaggi e Oltre sarà sempre a Costigliole, martedì 1 agosto, con la prima nazionale dell’inedita riscrittura, decadente e struggente, della Traviata del Teatro degli Acerbi, nel venticinquennale della loro attività. Tutto il programma di Paesaggi e Oltre su www.teatrodegliacerbi.it/
“La scelta di Cesare” è tratto dal romanzo «La scelta di un uomo» di Pierangelo Chiolero, basato sulle ricerche di PierCarlo Porporato, entrambi presenti ieri a Costigliole, e la riduzione teatrale è stata curata dall’autore stesso con Tommaso Massimo Rotella, anche regista e in scena con Patrizia Camatel. Il fatto è storico e si incentra sul gesto del ventisettenne tenente della regia aeronautica Cesare Lai, che il 3 agosto 1933 si schiantò sulle montagne della Valle di Susa, nei pressi di Giaglione, per evitare di travolgere un gruppo di bambini. Il suo aereo era in panne, dopo una missione riservata di ricognizione aerea insieme ad un ufficiale-fotografo, e l’atterraggio all’altiporto di Giaglione era un preciso ordine al fine di salvare apparecchio e documentazione acquisita. Intorno alla scelta di un attimo c’è l’uomo, il giovane nato ad Ulassai in Sardegna e ufficiale presso l’aeroporto militare di Venaria Reale. C’è la sua passione per il volo, ma anche per la musica e il teatro, c’è il suo innamoramento per Aurora, una maestra di Venaria. Il lavoro di Magdeleine G. cuce la vita di Cesare nella trama dei dialoghi dei due giovani e nella cornice dell’incontro di due amici alla rievocazione (immaginaria) della morte dell’aviatore. Alla trama di emozioni e di eventi se ne intreccia una musicale, che si apre e si chiude sulla voce di Jim Morrison, passando per brani immortali dei Rolling Stones. Si crea un clima che rimanda a qualcosa e, man mano, diventa chiaro che le musiche sono accomunate da un tratto comune. Jim Morrison come Brian Jones (chitarrista dei Rolling Stones) sono scomparsi a 27 anni, membri di quel club dei 27 divenuti immortali nel ricordo, una memoria che il gesto profondamente giusto dell’altrettanto giovane Cesare merita. Tommaso Massimo Rotella e Patrizia Camatel sono due amici che ripercorrono, nell’occasione di una celebrazione in onore dell’aviatore, i momenti della sua vita, diventano poi Cesare e Aurora, ma anche i commilitoni e la sorella di lui. I toni sono sorridenti negli incontri incantevoli e un po’ impacciati dei due innamorati, diventano divertenti con le inflessioni dialettali (il romano del tenente Mancini, che brandisce una sedia come macchina fotografica, e il sardo di un amico ufficiale), per sciogliersi in lirica. Le emozioni provate in volo sulla musica di “Angie” dei Rolling Stones sono autentica poesia e le descrizioni delle montagne immobili, che si contrappongono alla frenesia umana, toccano corde emotive, risvegliano echi storici passati di progresso ad ogni costo, il cui epilogo è ben noto. Patrizia Camatel si inginocchia e il suo abito verde-azzurro diventa montagna e lago, mentre un aeroplanino di carta sembra sorvolarlo. Non serve altro a teatro, quando una scrittura evocativa incontra un’interpretazione profondamente vera, e così delle sedie pieghevoli diventano aerei o macchine fotografiche, in una scenografia semplicemente elegante. E’ una storia individuale e corale quella di “La scelta di Cesare”, giocata su più registri e capace di toccare vertici sublimi. Si incastra in un’epoca difficile e in un contesto militare di obbedienza, facendo emergere l’individualità e la statura di un uomo abituato a prendere decisioni rapidissime e ben conscio di scegliere la morte piuttosto che uccidere dei bambini. Il teatro ha tante funzioni e, quando riesce a coinvolgere, far sorridere e pensare, a focalizzare l’attenzione su una storia vera e ingiustamente dimenticata, si è di fronte ad un qualcosa da non perdere, perché è un patrimonio di arte e di memoria. Per questo e per la perenne attualità della scelta etica individuale “La scelta di Cesare” è uno spettacolo da vedere.