Autore Redazione
mercoledì
2 Agosto 2023
16:31
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Cronaca - Alessandria

Zonta e ratifica della Convenzione di Istanbul: “Cosa cambia nel contrasto alla violenza sulle donne”

Zonta e ratifica della Convenzione di Istanbul: “Cosa cambia nel contrasto alla violenza sulle donne”

ALESSANDRIA – Il 1° ottobre 2023 la Convenzione di Istanbul entrerà in vigore nell’Unione Europea. Sono trascorsi oltre 12 anni da quell’11 maggio in cui la convenzione fu approvata e finalmente l’UE il 28 giugno ha ratificato  la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (STCE no. 210), nota come “Convenzione di Istanbul”.

Questo è un giorno per festeggiare, ma anche per riflettere sul lavoro che ci attende. Aderendo alla «convenzione di Istanbul» del Consiglio d’Europa, che costituisce il punto di riferimento per le norme internazionali in questo settore, l’UE riafferma la centralità e l’importanza della convenzione.  L’UE comprende 14 dei 20 paesi in cima alla classifica mondiale per quanto riguarda la parità di genere. Anche così, circa il 22% delle donne nell’UE ha subito violenza da parte di un partner intimo. Aderendo alla convenzione, l’UE ottiene uno strumento importante per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica“, ha dichiarato Paulina Brandberg, Ministra svedese per la parità di genere e la vita lavorativa.

A oggi, il trattato è stato ratificato da 38 Parti (37 Stati e l’Unione Europea). È firmato da tutti gli Stati membri dell’UE e ratificato da 21 (Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia).

Siamo di fronte ad un significativo passo avanti per porre fine alla violenza contro le donne e alla violenza domestica in tutti i Paesi dell’UE. Si tratta di un’ottima opportunità per attuare le misure di questo trattato di vasta portata, e gli Stati membri sono tenuti di conseguenza ad adattare le loro leggi nazionali. Senza dubbio farà una differenza significativa nella vita di molte donne!” rimarca Zonta International.

Questi gli obiettivi della Convenzione:

– proteggere le donne da ogni forma di violenza e prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica;
– contribuire ad eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne e promuovere la concreta parità tra i sessi, ivi compreso rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne;
– predisporre un quadro globale, politiche e misure di protezione e di assistenza a favore di tutte le vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica;
-promuovere la cooperazione internazionale al fine di eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica;
-sostenere e assistere le organizzazioni e autorità incaricate dell’applicazione della legge in modo che possano collaborare efficacemente, al fine di adottare un approccio integrato per l’eliminazione della violenza contro le donne e la violenza domestica.

Con l’approvazione della Convenzione di Istanbul siamo più fiduciose che la nostra vision sia più vicina alla sua realizzazione. Zonta International immagina un mondo in cui i diritti delle donne sono riconosciuti come diritti umani e ogni donna è in grado di raggiungere il suo pieno potenziale. In un mondo del genere, le donne hanno accesso a tutte le risorse e sono rappresentate in posizioni decisionali su base di uguaglianza con gli uomini.In un mondo del genere, nessuna donna vive nella paura della violenza. Oggi purtroppo non è così. I fatti degli ultimi giorni lo dimostrano: l’efferatezza con la quale si uccide, la disinvoltura con la quale si umiliano le donne o si continua a discriminarle è tale da richiedere un impegno nuovo e concreto allo Stato Italiano in difesa delle donne di ogni età ” afferma Simonetta Bisio, presidente di Zonta Club Alessandria.

“Per vivere in un’Unione europea veramente equa, le donne e le ragazze devono essere in grado di vivere libere dalla paura, dalla violenza e dall’insicurezza quotidiana. Con la ratifica della convenzione di Istanbul, l’UE garantisce che si applichino norme giuridiche penali minime per contrastare la violenza contro le donne e la violenza domestica in tutta l’Unione, e il messaggio che affrontare queste forme di violenza è una priorità”, ha sottolineato la Commissaria Europea per la Parità di Genere Helena Dalli.

La Convenzione pone l’Italia verso impegni concreti di cui dovrà riferire all’UE entro il 2 giugno 2025.

“La Convenzione di Istanbul rappresenta il più importante provvedimento di contrasto e prevenzione della violenza sulle donne che sia mai stato deliberato e pone al centro una strategia integrata, caratterizzata dalle famose 4 “p” – prevenire, proteggere, perseguire, politiche integrate – e dalla valorizzazione del ruolo dei centri antiviolenza, dichiara Sarah Sclauzero, presidente del centro antiviolenza me.dea di Alessandria. “Ne auspichiamo l’attuazione piena, per innescare finalmente quel cambiamento che tutte le donne ancora stanno aspettando e superare violenze e disparità”.

Questo trattato storico apre la strada alla creazione di un quadro giuridico a livello paneuropeo per proteggere le donne da tutte le forme di violenza e prevenire, perseguire ed eliminare la violenza contro le donne e la violenza domestica. La Convenzione istituisce inoltre un meccanismo di monitoraggio specifico (GREVIO) per garantire l’effettiva attuazione delle sue disposizioni.

“La Dichiarazione adottata al Vertice dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio d’Europa a Reykjavik ha approvato il ruolo pionieristico del Consiglio d’Europa nella lotta contro la violenza contro le donne e la violenza domestica. Con l’Ucraina, il Regno Unito e la Repubblica moldova che hanno ratificato solo l’anno scorso e ora l’Unione europea, non ho dubbi che questa tendenza positiva e questo circolo virtuoso continueranno. Spero che gli Stati membri dell’UE che non sono ancora diventati Stati parte siano ora ispirati a farlo”, ha dichiarato il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić.

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